“Le tecnologie informatiche negli ultimi decenni hanno mutato la loro vocazione dal calcolo alla gestione della memoria. Ipertesti e big data oggi si contendono il primato in un futuro aperto a nuove frontiere dove organizzare la conoscenza, anche quella scientifica.” Così inizia l’abstract della mia tesi di dottorato, discussa a conclusione di un dottorato industriale nato dall’accordo fra Politecnico e CSI-Piemonte, il consorzio di Enti pubblici che dal 1977 gestisce i sistemi informativi della Pubblica Amministrazione piemontese.
La tesi ha affrontato il tema della memoria digitale, analizzando come l’informatica stia cambiando il modo in cui vengono conservate, elaborate e tramandate le informazioni, fino a modificare il modo stesso in cui la specie umana costruisce la propria memoria. In questo senso l’informatica diventa un sistema di conoscenza.
Il caso-studio della tesi si è sviluppato nell’archivio di Filippo Burzio (1891-1948), ingegnere meccanico (laureato al Politecnico di Torino e qui vi ha svolto attività di didattica e ricerca), giornalista (primo direttore de “La Stampa” dopo la Liberazione), matematico, politologo. Il materiale conservato nell’Archivio affiancato dalla ricca produzione di testi (articoli giornalistici e volumi a stampa) rivela la ricca personalità di chi in un periodo travagliato nella storia del nostro Paese ha saputo, parallelamente alla sua attività di docente e ricercatore, sviluppare la passione per le scienze sociali, allacciando rapporti con personaggi come Croce e Gobetti, ma anche con il mondo dell’arte.
Partendo dalla tesi il seminario proporrà alcune riflessioni più generali sulle Digital Humanities e sulla storia della tecnologia, suggerendo approcci necessari anche dentro un ateneo politecnico, come parte essenziale della formazione di un ingegnere moderno e inserito nel contesto sociale del suo tempo.
MARCO POZZI, laureato in Ingegneria Gestionale, si è appena dottorato in storia della scienza al Politecnico di Torino. Si occupa di trasmissione della memoria e della conoscenza, studiando l’informatica come strumento di organizzazione del sapere umano. Ha curato gli otto libri Incontri con la macchina pubblicati dall’editore Mimesis, con oltre duecento scritti meta-scientifici di dottorandi che hanno frequentato i corsi di “Epistemologia della macchina” e “Antropologia della tecnica”, tenuti dal prof. Vittorio Marchis; tratta dai libri, è appena uscita la seconda stagione del podcast “Incontri con la macchina” realizzato in collaborazione con la webradio del Politecnico, OndeQuadre.
Негізгі бет 115° Nexa Lunch Seminar - La memoria dell’ingegneria alla luce delle Digital Humanities
Пікірлер