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Dopo la morte di Silla (78) la riforma costituzionale di stampo ottimate voluta dal dittatore si manifestò in tutta la sua fragilità. Riemersero i mai del tutto sopiti contrasti fra popolari e ottimati, che si concretizzarono in scontri da perenne guerra civile. Il revanscismo dei popolari, con il console ribelle Marco Emilio Lepido, e il vecchio braccio destro di Mario, Quinto Sertorio, vennero domati grazie al fondamentale contributo dell'astro nascente dell'esercito e della politica romana, Gneo Pompeo Magno. Giovane generale, sotto Silla, Pompeo dimostrò immediatamente le sue straordinarie doti militari e politiche, seconde solo alla sua spietatezza, sconfiggendo a più riprese i popolari e fornendo il proprio contributo nel debellare la rivolta degli schiavi capeggiati da Spartaco. Tale rivolta era stata combattuta da Marco Licinio Crasso, anch'egli ex comandante sotto Silla e, successivamente grande speculatore immobiliare che era diventato uno degli uomini più ricchi e potenti di Roma. Alla fine degli anni '70 nacque un sodalizio fra Pompeo e Crasso che portò entrambi al consolato. Crasso dedicò quindi gli anni successivi a plasmare le leggi della Repubblica per favorire gli affari propri e degli affaristi che lo sostenevano; Pompeo si dedicò invece a straordinarie imprese oltre mare, con le quali potersi presentare, al suo ritorno in patria, come l'autentico dominatore della Repubblica. In pochi anni debellò la minaccia dei pirati dal Mediterraneo, sistemo i conti ancora aperti con Mitridate del Ponto e "pacificò" la regione della Palestina, annettendo al dominio romano nuove regioni in oriente.
Негізгі бет 20 DOPO SILLA: POMPEO E CRASSO (78-63) - VOLUME II - STORIA ROMANA
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