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Nel video di oggi ti parlo del legame tra le sensazioni fisiche negative e l'attacco di panico e come fare per rompere questo legame così da non essere più schiavo.
Io sono il Dottor Andrea Tomassetti, sono uno Psicologo specialista dei disturbi d'ansia; mi occupo degli attacchi di panico, dell'ansia sociale, dal DOC all'ansia generalizzata.
Oggi parliamo del legame tra sensazioni fisiche e attacchi di panico, e come fare in modo di non arrivare ad una condizione di picco tale che ci inneschi poi un vero e proprio attacco di panico.
C'è uno schema che si presenta quasi sempre.
Di solito si inizia con una sensazione fisica come ad esempio la tachicardia, ovvero il cuore che inizia a battere più forte, si inizia a sentire un senso di pressione toracica, il respiro si fa più affannoso, le mani iniziano a sudare, si sente un nodo in gola eccetera eccetera.
Da queste sensazioni fisiche si attiva il sistema di allarme. Da questo sistema inizieranno a presentarsi tutta una serie di pensieri intrusivi, come "oddio, mi sto sentendo male". Questo succede la prima volta che ci capitano sensazioni di questo tipo che non sono mai state sperimentate.
Quando poi facciamo i dovuti controlli, escludiamo una patologia organica e si ripresentono tali sensazioni inizieranno ad esserci di nuovo pensieri come "oddio, mi sta venendo nuovamente un attacco di panico".
Da questa attivazione dovuta a quello che noi ci diciamo in quel momento, metteremo in atto un comportamento volto a far si che queste sensazioni, quest'agitazione, quello che di negativo sto vivendo in quel momento cessi.
Per fare questo inizierò a mettere in atto degli evitamenti; quindi smetterò di fare ciò che stavo facendo. Se sono in macchina mi fermerò, farò dei respiri e aspetterò che passino queste sensazioni. Se sono in luoghi affollati come un bar o un supermercato prenderò e andrò via, e farò in modo di far sparire queste sensazioni negative.
Questo è il ciclo che solitamente si viene a creare quando c'è un innesco di sensazioni negative che porta poi ad un attacco di panico.
Qual è la soluzione definitiva a questo problema?
La soluzione è la disponibilità a stare male. Questa è una frase forte, e immagino che dall'altra parte potrai pensare "ma come Dottore, io già sto tanto male e tu mi inviti ad essere disponibile a stare male?".
Io provo a risponderti in questo modo: fino ad adesso che non sei stato disponibile, che hai lottato con tutto te stesso, hai tirato fuori gli artigli e hai cercato di sbarazzarti di queste situazioni, magari evitando alcuni contesti sociali, sei riuscito a superare questo problema?
Comportandoti così cosa hai tenuto? Queste sensazioni negative e spiacevoli sono ancora presenti?
Hai ancora paura di stare male e temi di poter avere un attacco di panico?
Ecco, rifletti sul tuo rapporto con gli attacchi di panico e se queste strategie sono efficaci.
Provo a raccontarti un episodio che è successo a me.
Mi è capitato di svegliarmi durante la notte con una narice completamente tappata, e quindi non riuscire a respirare in modo normale.
In quella situazione normalmente si inizia a respirare con la bocca, e facendo così si incamera più ossigeno e si fa in uno stato di iperventilazione.
Entrando in uno stato di iperventilazione il nostro corpo inizerà a provare tutta una serie di sintomi, come la tachicardia, la sudorazione eccessiva. Quindi da questa iperventilazione, la mente per sua natura si attiva e inizia a presentare tutta una serie di pensieri volta a preoccuparsi.
In quel momento qual è stato il mio modo di praticare la disponibilità?
Io in quel caso mi sono detto: costi quel che costi io rimarrò in questa situazione al costo di morire dentro questo stesso letto ma non farò niente.
Sono rimasto immobile nel letto ad osservare me stesso e tutto ciò che accadeva. La mente mi propinava tutta una serie di soluzioni come quella di alzarmi, andare a fare una tisana.
Io ho ignorato i pensieri della mia mente e sono rimasto lì immobile a osservare tutto ciò che succedeva al mio corpo.
Il respiro era affannoso, il cuore batteva forte, sudavo eccessivamente.
Sono io che decido di muovere il mio corpo, non può essere il pensiero a muovere il mio corpo.
Sono stato tutto questo tempo ad osservare le reazioni del mio corpo. Più mettevo in atto questo comportamento e più la mia mente si allarmava, finché ad un punto la mia mente ha capito che non facendo nulla comunque non c'erano conseguenze.
La disponibilità a stare male in quel momento mi ha fatto accettare quel disagio, sapendo che oggettivamente stavo rischiando meno di quello che la mia mente temeva.
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Негізгі бет Attacchi di panico e sensazioni fisiche: rompere il legame
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