Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Hône e Bard.
Sabato 29 giugno
Anche oggi vi sottolineo qualche preghiera che possiamo recitare per affidare a Dio quanto abbiamo nel cuore, quanto è emerso alla luce dell’ascolto della sua Parola. Oggi è il turno dell’Ave Maria. Con il Padre nostro ci rivolgiamo a Dio Padre con l’Ave Maria alla nostra madre spirituale che è Maria. Le preghiere e le invocazioni per sintonizzarci con lei sono numerose, ne accenno qualcuna: in primis l’Ave Maria. La prima parte è tratta da due versetti entrambi del Vangelo di Luca: “Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,28) è il saluto che l’angelo Gabriele rivolge a Maria nell’Annunciazione. Piccola annotazione: nel testo originale l’angelo non dice “Ave” bensì “rallegrati”, molto più bello, ma la traduzione latina ha prevalso. Secondo versetto è quello della Visitazione dove Elisabetta si rivolge alla cugina dicendole: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (Lc 1,42). Si recitava solo la prima parte fino al XV secolo circa quando poi venne aggiunto il resto. Una definizione unica ed ufficiale del testo completo, come lo conosciamo oggi, la troviamo nel breviario romano promulgato da San Pio V nel 1568. Non mi soffermo su ogni singola parola però ma sottolineo questi due passaggi: “Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Le parole di apertura ci ricordano qual è il senso e il frutto del pregare: avvertire la gioia di non sentirci mai soli, di sapere che Dio e Maria sono con noi. Seconda sottolineatura: “adesso e nell'ora della nostra morte”, ogni volta che recitiamo questa preghiera stiamo chiedendo alla Madonna di starci accanto nel momento presente con le sue ombre e luci ed anche nel giorno e nell’ora in cui termineremo il cammino terreno. Quando una persona sta morendo e delirando solitamente invoca la mamma, è confortante sapere che in quell’istante ci sarà con noi anche la Madre di Dio. Naturalmente l’Ave Maria ci conduce ad accennare al rosario che spesso erroneamente viene considerata una preghiera o noiosa o da anziani, o solo da recitare per i defunti ma il rosario è innanzitutto la preghiera dei vivi e per i vivi. Se si prova a recitarla ogni giorno scopriremo che fa molto bene all’anima. Qualcuno può obiettare: ma che senso ha dire 50 Ave Maria, non basterebbe dirne solo una detta bene, magari senza il rischio di distrarmi come accade quando si recita il rosario? Le 50 Ave Maria sono intervallate di dieci in dieci, dette decine, e ad ogni decina si contempla, si evoca un episodio della vita di Maria o di Gesù che dovremmo collegare alla nostra vita. Il rosario va sempre collegato alla nostra vita, a ciò che viviamo, a ciò che vediamo attorno a noi, a ciò che accade nel mondo, alle persone che fanno parte della nostra vita, alle gioie e alle fatiche dell’esistenza. Non entro nei minimi particolari altrimenti rischio di dilungarmi troppo, se volete iniziare a cimentarvi nella recita del rosario, che non per forza dev’essere detto tutto di seguito perché magari uno non ha 20 minuti di tempo ma si può spezzettare dentro la giornata, dicevo se volte provare a cimentarvi nel rosario andate su internet e trovate i vari misteri del rosario collegati ad ogni giorno della settimana, qualche istruzione su come dirlo e soprattutto vi suggerisco di collegare ogni mistero, ogni decina a qualche intenzione, ogni decina va dedicata a qualcuno, per qualche situazione, epr affidare a Dio e a Maria la mia vita e quella degli altri, del mondo, della Chiesa. Faccio un esempio, quando il lunedì e il sabato si contempla come secondo mistero la visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta si può chiedere a Maria di visitare con la sua presenza e il suo sostegno qualche persona che sappiamo che sta vivendo un momento difficile, oppure al terzo mistero quando si contempla il Natale si può pregare per la propria famiglia o per le famiglie in generale. Si dice il mistero, si dedica l’intenzione e poi si recitano le dieci Ave Maria che divengono una sorta di mantra, un camminare insieme a Maria, come se ogni Ave Maria fosse un piccolo passo che facciamo con lei. Il rosario è una passeggiata con Maria per affidarle ciò che ci sta più a cuore, per avvertire che nel cammino della vita non siamo soli; sì forse a volte ci distraiamo pure ma intanto stiamo camminando con lei ed è questo che conta, come quando camminiamo non è che stiamo a pensare ad ogni singolo paso che facciamo o come quando respiriamo non è che pensiamo ad ogni singolo respiro che facciamo. Domani mi dedico al commento di qualche lettura della domenica, lunedì riprendiamo con altre due modalità di preghiera a Maria.
Негізгі бет Ave Maria - don Paolo Quattrone 2024
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