Il riassunto di un viaggio di nozze incredibile nell’isola di Bali.
Venti giorni di magia partendo da Ubud, passando per Sidemen, Munduk, Uluwatu fino ad arrivare a Nusa Dua per esplorare ogni angolo di quel paradiso immersi nelle foreste, lungo le coste e in mezzo alle migliaia di templi sparsi per l’isola.
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Cara Bali,
sono le 2:08 di notte e non riesco a dormire
Dopodomani dovró lasciarti dopo averti abbracciata per oltre venti giorni, e la verità è che non mi sento pronto.
Sei stata il viaggio più lungo dei miei 32 anni, al punto che ad un certo momento mi sei sembrata quasi casa.
Sei diventata routine, ed è normale ormai addormentarsi ai suoni delle tue foreste e svegliarsi al canto dei galli.
Ti ho percorsa in lungo e in largo, da nord a sud, da est ad ovest, per oltre 563 chilometri in auto e 102 a piedi.
Devo confessarti che non ho amato proprio tutto di te: la costante paura di prendersi qualche infezione con l’acqua o con il cibo, le condizioni precarie in cui fai vivere i tuoi cani sempre in strada, la vista dei sacrifici animali ai tuoi dei, il traffico insostenibile lungo le strade delle aree più turistiche, la spietata povertà che affligge gran parte del tuo popolo.
Eppure…
Nessun posto è perfetto, nemmeno tu, eppure ti ci avvicini molto.
Perdona un filo di malinconia, ma non ho mai avvertito un legame tanto forte con un luogo come sta succedendo questa volta…e guarda che un po’ ho viaggiato!
E non sono tanto i tuoi scorci mozzafiato che sto facendo fatica a salutare, nemmeno i profumi di incensi e spezie che si respirano lungo le strade o i colori incredibili del tuo così vario ecosistema naturale.
Durante questo viaggio ho assaggiato la tua anima nascosta, la tua infinita gentilezza, la tua spiritualità contagiosa.
Mi hai insegnato che esiste un altro tipo di vita, più lenta, più serena, più a contatto con se stessi e quel che ci circonda.
Ti ho scoperta nel profondo, e attraverso te, sono riuscito a farlo con me stesso.
Qui, lungo i sentieri di un’isola in cui ogni piccola cosa sembra avere un’anima ed un significato, mi hai spinto oltre confini che non pensavo di poter oltrepassare e oltre limiti che credevo fossero per me invalicabili.
Non c’è stato momento in cui, sedendomi su una panchina o sugli sgabelli di un warung, o rientrando in camera a fine giornata, non abbia provato quell’insaziabile impulso di uscire e tornare a camminare per scoprire un altro tuo angolo nascosto, un vicolo non ancora percorso, un sentiero non ancora battuto.
Sei stata lo sfondo della mia luna di miele (tartufato) e ti ho attraversata mano nella mano con chi ho scelto di avere accanto per il resto della vita, e con il senno del poi non avrei potuto desiderare sfondo migliore.
Quindi ti ringrazio, di cuore.
Grazie per la tua alba sulle colline di Sidemen e i tuoi tramonti sulle spiagge di Uluwatu.
Grazie per le migliaia di stelle e per la via lattea che mi hai regalato nella quiete dei monti di Munduk e per giochi di luce lungo le tue sconfinate risaie.
Grazie per tutte le bizzarre creature marine che mi hai fatto scoprire durante le mie ricognizioni della barriera al ritrarsi delle maree.
Grazie per avermi fatto incontrare l’incredibile Manis per cui non basterebbero cento aggettivi, la gentilezza e la premura di Jenny, l’entusiasmo di Twin ad ogni singola onda, le battute ed i racconti di Puti, i sogni nel cassetto del giovane Rony che tra pochi mesi finirà l’università, i sorrisi di tutta la tua gente, gli occhi sconfinati dei tuoi bambini.
Grazie per gli incontri con le tue scimmie dalle manine cosi morbide e dalla spiccata curiosità verso la mia barba.
Grazie per avermi insegnato a surfare un’onda, a sapermi godere un momento solitario nel silenzio della foresta.
Grazie per i tuoi cibi (specialmente i Nasi Goreng) tanto buoni quando spaventosi all’idea di poter star male.
E per quanto scontato, grazie per ogni singolo tempio, offerta agli dei, cerimonia e rituale che mi hai permesso di vedere.
La vita è breve ma anche imprevedibile, e mi piace pensare che un giorno ci reincontreremo.
Nel frattempo, dal profondo del cuore, suksma.
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