Nel 1950 Fabrizi dirige se stesso, affiancato nella sceneggiatura dal bravo Piero Tellini, che avrebbe collaborato con lui anche in "Papa' diventa mamma" (1952). Tellini era stato allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia e nel dopoguerra, sempre da sceneggiatore, si impegno' in varie pellicole che spesso dibattevano i problemi sociali del tempo, ma i suoi racconti facevano trasparire un certo senso di umanita' e di partecipazione emotiva. E' appunto il caso si questo "Benvenuto reverendo" in cui il 'neorealismo sentimentale' del Tellini si incontra con la collaudata rappresentazione della 'romanita' popolare e sentita propria di Aldo Fabrizi. Il film ci racconta appunto di un Italia rurale e impoverita dalla guerra, di profondi scontri sociali fra contadini e latifondisti, dell'ancora arretrata condizione delle donne senza diritti e senza assistenza. Tellini e Fabrizi mettono insieme una buona rappresentazione che rievoca ovviamente "Ladri di biciclette" ma poi snodano il loro racconto alternando farsa popolare e melodramma. Il finale, che non vogliamo svelare, e' anch'essso poco convenzionale, senz'altro il risultato del Tellini che amava sorprendere gli spettatori. Buona visione!
- Жыл бұрын
Benvenuto reverendo! (1950) di Aldo Fabrizi, con A. Fabrizi, G. Ferzetti (scenegg. di P. Tellini)
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