Ponte di Piave, Oratorio della Madonna Assunta in cielo o “Tempio del Ciclista”.
Oratorio nei pressi di Via Calderba tra Ponte di Piave e Negrisia di Ponte di Piave (TV).
1 campana in La5 a slancio manuale, fusa dalla Premiata Fonderia Pietro Colbachini di Bassano del Grappa (VI) negli anni ‘20 del ‘900.
Distesa manuale in esclusiva dato il censimento del bronzo (dura 25 secondi) [sabato 21 agosto 2021].
*ALCUNI CENNI STORICI (Tempio del Ciclista)
La prima pietra della chiesetta
Nel 1969, già da un lustro si tenevano queste corse in Calderba e si può dire senza ombra di smentita che, il ciclismo amatoriale trevigiano trova qui le sue radici.
Il gruppo diventava sempre più numeroso e si pensò di costruire una chiesetta in roccia, da dedicare a Maria Assunta, protettrice dei ciclisti. Armando Vidotto e sua moglie Antonietta, misero subito a disposizione il terreno rinunciando ad un filiale del vigneto, felici di veder realizzato il tempietto.
Il geometra Antonio Sartori provvide all’esecuzione del progetto e predispose tutta la documentazione necessaria per ottenere i permessi dal Comune. Organizzò poi l’avvio dei lavori, dirigendo esperti muratori come Gimo Vidotto, Mario Vidotto, Gino Colussi e Bruno Buso. Un grande contributo lo diede Giovanni Artico, detto Artic, che dopo lavoro, assieme ad Antonietta Daniotti, trovava il tempo per andare nelle cave del Sarone a prendere la roccia. Non fu facile trovare i soldi per l’acquisto del materiale. Molti passanti diedero dei piccoli contributi, mossi a compassione nel vedere queste persone volonterose che lavoravano gratuitamente sia di sera che di domenica.
Tutti coloro che in qualche modo hanno collaborato alla realizzazione dell’opera, saranno ricordati in futuro perché nelle fondamenta è stata sepolta una bottiglia con dentro i loro nomi. I primi problemi iniziarono quando il muro perimetrale era giunto a due metri di altezza. I tecnici avevano dubbi su come costruire la cupola. Per puro caso intervenne Emilio Salvador, noto carpentiere che aveva lavorato in Svizzera, che con l’aiuto di Gimo Vidotto, fece uno stampo in legno su cui fu appoggiata una rete metallica e proseguì in sicurezza con la posa delle rocce al di sopra. I lavori per la realizzazione della cupola di chiusura della grotta furono seguiti dal giovane Silvano De Nardi, laureando in architettura. All’interno fu collocata una statua della Madonna Addolorata che arrivava dalla cripta dell’asilo Carolina Gasparinetti di Ponte di Piave. Era ancora segnata dalle pallottole della Seconda Guerra Mondiale e aveva fatto compagnia per parecchi anni alle suore del Cottolengo. Alla loro partenza da Ponte di Piave avevano voluto farne dono alla comunità del Calderba. Tuttora la Madonnina trova rifugio presso una famiglia del posto. Successivamente fu sostituita con una statua dell’Assunta, adottata quale protettrice dei ciclisti, anche per far ricadere la festa locale con la ricorrenza annuale del 15 agosto.
Quando stavano terminando i lavori alla chiesetta, Liviano Alghersi, una persona straordinaria da poco arrivata da Milano, con un gran senso religioso, come già detto, divenne membro a tutti gli effetti del sodalizio Calderba - Ronche, e successivamente si occupò in prima persona della cura del capitello dedicato alla Madonna e di tutte le cerimonie religiose che furono organizzate.
Il capitello venne inaugurato in agosto del 1971 con una messa celebrata da Don Ottorino e con una processione. Lungo lo stesso percorso, fino ai primi anni ‘80, fu organizzato il campionato Triveneto per giovanissimi. In seguito fu spostato sulla strada asfaltata dove si svolge attualmente.
Fonte: pp. 21, 23, 25 del libro “Calderba-Ronche e il Tempio del ciclista” … storia, immagini e attività nel corso dei tempi … di Angelo Corazza (luglio 2016).
Unitamente alle due campanelle dell’oratorio dell’Addolorata di Borgo Sottotreviso in Ponte di Piave; benedette solennemente il 27 giugno 1926 dal Delegato Vescovile per le chiese del Lungo Piave; fu benedetto, in quella stessa circostanza, dallo stesso Delegato Vescovile, un sonello, sistemato ormai nella chiesa arcipretale di S. Tomaso, dal peso di Kg. 5 e che serve per richiamo dei fedeli alle funzioni. Al sonello fu imposto il nome di Luigia Agnese; funse da madrina, nella cerimonia, la bambina Maria Dal Ben, di Fortunato.
Fonte: p. 204 del libro: Ponte di Piave e la nuova chiesa di San Tomaso di Don Costante Chimenton (1926).
I: “Luigia Agnese” La5, fusa dalla Premiata Fonderia Pietro Colbachini di Bassano del Grappa (VI) negli anni ‘20 del ‘900; reca scritto: - OPERA DI PIETRO COLBACHINI BASSANO - 3 -.
Censimento del bronzo eseguito dal sottoscritto il giorno 21/08/2021.
Ringrazio Thomas Alghersi per la compagnia e Fausto Tempestin per aver reperito la scala dato il censimento.
A presto; Diego.
Негізгі бет Campana del Tempio del Ciclista in Ponte di Piave (TV) (v.136)
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