@antropologo-a-domicilio
Questo canto su chitarra classica suonata alla maniera battente ci apre una piccola finestra su un mondo ormai lontano, eppure intimo. Per goderne appieno bisogna “ascoltarlo”. Non come “sentiamo” le innumerevoli fonti sonore quotidiane, contemporanee o sovrapposte, ma “ascoltarlo”. Con lentezza profonda, come se quella voce venisse da uno spazio remoto, che è il nostro profondo.
Ecco dunque:
Sanza (SA), 1978, canto lirico cilentano. Due i cantatori, Francesco Giffoni, Michele De Masi. Il testo richiama un’antica composizione poetica “Contrasto tra la bianca e la bruna”, presente in codici cinquecenteschi, come nota Roberto De Simone, che più o meno negli stessi anni ha registrato gli stessi cantatori, che cantavano una versione leggermente diversa (“Son sei sorelle. Rituali e canti della tradizione in Campania”, Roma, Squilibri, 2010, pp.191-192). Per un orientamento migliore, riporto parte del testo presente nella pubblicazione di De Simone.
Nel video di Facebook (3’), c’è solo uno dei due cantatori. In quello lungo di KZitem (12’55’’), la registrazione completa con entrambi.
No ggiorno foi chiama’
no ggiorno foi chiamato a ggioricari
ncoppa no tribbonale re roi’ ronzelli
pe’ ggiodicare
pe’ ggiodicare
sopra no tribbonale re roi’ ronzelle
pe’ ggiodicare la
per’ ggiodicare la bianca e la bruna
p’’o ‘rére loro roi’
p’’o ‘rére loro roi’ qual è la bella
fior di donzella
p’’o ‘rére loro roi’ qual è la bella
ma dopo che vuoi fare a ggiodicare re la fortuna
sempre recenno che
sempre recenno che la bruna è bella
a sien di sestella
sempre recenno che la bruna è bella
la neve è bianca e sta tra li valloni
il pepe è bruno e si compra a denari.
Негізгі бет Canto lirico cilentano, Sanza (SA), 1978 - (A.2)
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