Sin dall'epoca protostorica, il territorio di Polcenigo era percorso dalla Via Submontana, un'arteria fondamentale per i commerci e gli spostamenti nella regione. La sua importanza crebbe nel Medioevo, offrendo un passaggio sicuro tra le zone paludose e i rilievi collinari. Il castello, arroccato sul colle omonimo, divenne ben presto un presidio strategico e un centro di potere.
Nel corso dei secoli, Polcenigo fu contesa tra diverse fazioni: Treviso, il Patriarcato di Aquileia e persino l'Ungheria. La sua posizione di confine la rese protagonista di aspre battaglie e alterne vicende. Nel Quattrocento, il castello venne distrutto dagli Udinesi e dalle truppe ungheresi, per poi essere ricostruito e passare sotto il dominio della Repubblica di Venezia.
Nel Settecento, il castello di Polcenigo visse un periodo di grande rinascimento. Su progetto dell'architetto Matteo Lucchesi, l'antico fortilizio medievale venne trasformato in una sontuosa villa veneta, simbolo del potere e della ricchezza dei conti di Polcenigo. La dimora divenne un importante centro culturale e sociale, ospitando feste e ricevimenti sontuosi.
Tuttavia, la caduta della Serenissima nel 1797 segnò l'inizio del declino del castello. La villa venne abbandonata nel 1840 circa e, nel corso dei decenni successivi, subì saccheggi e distruzioni, culminati con i danni causati dalla Prima Guerra Mondiale e dal terremoto del 1976.
Oggi, il castello di Polcenigo è un rudere affascinante, immerso nel verde delle colline friulane. Le sue mura scardinate e la sua storia millenaria raccontano di un passato glorioso e di un territorio ricco di vicende. Il castello è proprietà del FAI - Fondo Ambiente Italiano, che si adopera per la sua valorizzazione e conservazione.
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