Finché c’è vita c’è distanza: è distanza l’epochè di Husserl, l’esitazione angelica di Bateson, il vuoto fertile di Friedlander. La distanza non è un metodo cognitivo, un atteggiamento, una pratica, è la Gestalt in carne ed ossa.
Dove c’è identità non c’è più movimento, e quindi non c’è più vita: l’identità come categoria preminente è una evidente fissazione di stampo monoteista
(poi capitalista).
(…) Dato che ogni medaglia ha sempre due facce (che Moebius mi perdoni la
licenza poetica), l’identità a sé stessa non è che un contenitore funzionale ai
conti della spesa, e né va, né ha bisogno di andare più in là.
La fine dell’identità figlia la molteplicità, e la molteplicità il commercio, e il
commercio la civiltà. Le merci richiedono confezione, a ogni merce la sua
confezione, a ogni merce la sua identità. Sennò la pubblicità che fine farebbe?
La pubblicità è l’anima del commercio e il commercio è l’anima della civiltà: la confezione è quindi supporto fondamentale della civiltà. Salvo poi a confondere la confezione con la merce, l’identità con la realtà.
con
G. PAOLO QUATTRINI/ Direttore Scientifico IGF, psicologo, psicoterapeuta
Негізгі бет Distanza ed Esistenza nell'approccio Gestaltico / PAOLO QUATTRINI
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