Grazie, ragazzi! Molto chiaro e stimolante! Avanti così 👊🏼
@ermannovergani3574
2 жыл бұрын
Sono molto in sintonia con le vostre considerazioni e mi permetto di dare un mio modesto contributo. L'idea di Severino, formulata nella sua celebre equazione (E' = E'') = (E'' = E'), tale per cui il giudizio sarebbe originario, non è altro che il presupposto di una strategia speculativa che muove dall'esigenza di rigorizzazione del principio di non contraddizione aristotelico. Severino costruisce un'architettura speculativa che smentirebbe (a suo parere) il fondamento dell'Occidente, ma a ben vedere finisce per rigorizzarne l'idea di fondo; ossia l'idea secondo la quale l'essente, per essere se stesso, deve essere immutabile. L'immutabilità dell'essente, costituendo per Severino l'oiginariamente non smentibile, fa sì che Severino articoli i propri processi deduttivi sulla base di un insieme di presupposti che tuttavia, a ben considerare, non sono affatto originari come Severino crede, essendo tali presupposti piuttosto una proiezione sul piano ontologico di contenuti di sapere (gli "essenti", ossia i "significati" immutabili) che per essere se stessi devono essere immutabili, proprio perché l'immutabilità è originaria di ogni contenuto di sapere una volta che esso sia stato posto. L'originarietà dell'immutabilità di ogni contenuto determinato di sapere una volta che esso sia stato posto è, come tale, riconducibile alla forma del giudizio "soggetto - copula - predicato": tale originarietà viene tuttavia direttamente proiettata da Severino sul piano ontologico, come se questa stessa operazione che egli compie fosse ovvia e naturale, ovvero come se essa non avesse nessun peso e non condizionasse minimamente tutta la sua ontologia. Severino sostanzialmente mette in opera una precisa strategia speculativa che riduce ogni esperire (originariamente processuale) a significato saputo e determinato (originariamente immutabile, ossia statico e non processuale), senza tuttavia tematizzare tale messa in opera. Tale tematizzazione non compiuta da Severino mostrerebbe infatti l'inevitabilità (questa sì originaria) dell'auto-smentirsi del contenuto della risposta alla domanda in quanto soggetto-copula-predicato . Se infatti si pretende di rispondere alla domanda prescindendo dal considerare tale tematizzazione, il risultato è di non avvedersi di come tale domanda sia già giocata dal presupposto (inindagato) dell'originarietà del giudizio soggetto-copula-predicato, in quanto si aspetta inevitabilmente E TAUTOLOGICAMENTE la risposta . Del resto, provi ognuno a rispondere alla domanda . Appena si giungesse a rispondere: si dovrebbe contestualmente ed immediatamente constatare l'auto-smentirsi di quanto appena affermato. In generale ogni contenuto di sapere () è per sua natura immutabile, ma tale immutabilità è una caratteristica che lo riguarda appunto in quanto è contenuto di sapere, sicché operare il passaggio diretto dal piano del sapere al piano ontologico (originario) è del tutto arbitrario. Il gran problema di cui Severino si fa carico continuamente nei suoi scritti consiste nell'asserire l'originarietà di quella struttura (la struttura originaria) che viene via via delienandosi operando per esclusione, ossia conservando nei suoi tratti soltanto quei concetti (contenuti di sapere appunto) che vengono messi al riparo da ogni elemento che condurrebbe all'auto-smentirsi di tale struttura. Ma stante la processualità di ogni esperienza (questa sì originaria), l'auto-smentirsi sarebbe più correttamente da intendersi come caratteristica originaria di ogni contenuto di sapere e non, come invece fa Severino, alla stregua di un problema da risolvere: ma, come dovrebbe essere ormai chiaro, egli lo considera un problema in quanto pone come proprio fondamento speculativo il presupposto che l'essente è originariamente immutabile. Il contenuto che Severino indica come "struttura originaria" è certamente il risultato di un'operazione grandiosa dal punto di vista teoretico e speculativo, ma, a ben vedere, la sua coerenza e la sua incontrovertibilità non deriva dal fatto che il contenuto della struttura originaria sarebbe in grado di testimoniare come starebbero realmente le cose, ma piuttosto deriva dal fatto che esso, in tutti i suoi tratti, si fonda sulla verità meramente tautologica di una domanda che contiene in sé già la risposta .
@lucalippolis3909
2 жыл бұрын
Concordo con la tesi che l’immutabilità’ si può concepire solo con riferimento a contenuti di sapere e non a quelli di esperienza. Del resto già Platone diceva che episteme si può avere solo di ciò che non muta, ovvero le idee e non certo dei μεταξύ ( ovvero gli enti sensibili che oscillano, επαμφοτεριζουσιν, - parola che ricorre come un mantra nell’opera di Severino - tra l’essere e il nulla). Anche Aristotele diceva che si può conoscere in senso epistemico l’essenza uomo non certo l’individuo Socrate. E anch’io ho sempre pensato che Severino tende a spostare sul piano ontologico ciò che dimostra su un piano logico. E’ vero che nel rifondare il principio di non contraddizione sposta il focus dall’έλεγχος (L-immediatezza) all’autonegazione del tentativo di negare il contenuto dell’apparire ( f-immediatezza) ma anche qui è sul piano logico che il tentativo di negazione della differenza finisce per risolversi ( appunto in auto negazione). Più corretto mi sembra l’approccio di un Tommaso che ti dice che il principio di identità A=A ( con l’ implicita duplicazione dello stesso A in due A) si gioca su un piano logico e non ontologico.
@VittorioVallenari
3 ай бұрын
la logica ha sempre concepito l'identità separata dalla non contraddizione e separata dall'ente di cui si stava predicando l'identità, in poche parole ha sempre pensato l'identità senza il contesto. L'essere dell'ente porta con se originariamente l'identità con se stesso , non come operazione a posteriori. L'essere è originariamente agganciato alla determinatezza dell'ente.
@VittorioVallenari
3 ай бұрын
credo che tu non abbia capito la formula dell'identità / non contraddizione di severino. la formula non va letta da sinistra a destra , deve essere letta contemporaneamente da sinistra a destra e da destra sinistra tenendo sempre in considerazione che è espressa nel linguaggio del nichilismo.
@pierpier7806
2 жыл бұрын
Video veramente interessante che devo finire di sentir meglio. Cmq la formula alla lavagna (e di cui ne esiste un altra versione + sofisticata) di Paolo significa che "Socrate è Bianco" = "la Bianchezza di Socrate" .. ed ogni volta che paragoniamo Quel Bianco CoOriginario Immediato ad un Altro Bianco (del muro) od al Concetto di Bianco in verità ci Appaiono Altri e Diversi Enti. Tutto è Ente, anche i Concetti Idee, anche le Parole: il Linguaggio è una Serie di Enti che ci Appaiono in Progressione.. il MetaLinguaggio del Linguaggio è un Altro Oggetto. Il motivo x cui la Logica Isolante inconsciamente dicendo "Socrate è Bianco" dice "A = NON-A" risiede nel fatto che in verità Ogni Ente ha In S'è la PARTECIPAZIONE di Ogni Altro Ente ma come NEGATO (si sente la Dialettica Concreta di Hegel) mentre la predetta proposizione si Illude che in quel caso la PARTECIPAZIONE sia come AFFERMATA. Tutti gli esempi di Intuizione Noetica del 900 di Husserl Heidegger Wittgenstein hanno il difetto che si Svolgono nel Tempo cioè credono che il cerbiatto che POI si rivela un altro animale sia la STESSA figura ombra Osservata o Riflettuta (es. dalla speculazione filosofico scientifica Due volte). Concludo: essendo il Linguaggio una serie di Enti ed essendo che ogni ente verrà Oltrepassato (contraddizione C) allora nella Gloria è Necessario dire che Anche il Linguaggio Verrà prima o poi Superato: addio Linguistic Turn. Ciao e poi me lo riascolterò meglio
@fenomenologicamente
2 жыл бұрын
Verissimo, tutti e tre tengono presente il tempo. Ora il dibattito sta nel capire se il tempo è qualcosa che arricchisce o impoverisce (ci sono alcune oggettività eidetiche che per essenza sono atemporali, altre, come quelle tridimensionali, che sono per essenza temporali). Grazie molte per l'intervento e scusami se ho risposto tardi (sto correggendo il manoscritto e ciò mi assorbe molto tempo).
@pierpier7806
2 жыл бұрын
@@fenomenologicamente auguroni x manoscritto presumo nuovo libro... Tempo arricchisce x me e x Seve (Gloria).... Invece la penso diversamente sugli enti eidetici atemporali... nel senso che x me se penso (mi appare) due volte il numero 1 od il concetto di Bianchezza in verità mi appaiono 2enti diversi anche se mi illudo siano gli stessi nella mia vita quotidiana
@fenomenologicamente
2 жыл бұрын
@@pierpier7806 e questa tesi non ti sembra la peggior forma di scetticismo? Quando Severino dice che da morto ritrova la Esterna, quale delle infinite Esterine ritrova? A me pare che siamo alla follia
@pierpier7806
2 жыл бұрын
@@fenomenologicamente allora lui amava follemente la moglie... e racconta che gli piaceva molto il sesso nichilistico.. sotto sotto lui x me ad un certo momento voleva morire x rivederla alla Dante... la cosa si spiega così: non so dove in soldoni lui dice che quando moriamo cè il Convivio delle Coscienze e lì rivedrà sia Hitler sia Esterina... anche se francamente non so come faccia a dedurlo logicamente... se per scetticismo intendi che ciò che chiamiano conoscenza qui è solo una serie di fatti ordinati che ci sembrano causali la risposta è sì... Hume Abitudine addirittura x la matematica.. mi vien in mente un aneddoto dove Bontadini gli disse: in base alla tua tesi fra 1 secondo al posto della mia barba (cerca foto di Bontadini) potrebbe apparire un tubo della stufa ? ... la risposta è che probabilmente (parola già nichilistica) non apparirà però non è impossibile
@fenomenologicamente
2 жыл бұрын
@@pierpier7806 più che altro, mi pare che un secondo dopo la barba di Bontadini sia diventata un'altra barba. E questo per me è scetticismo (molti senza uno). In diversi punti dell'opera di Severino ho trovato tuttavia proprio questa argomentazione...
@rolling_johnny
Жыл бұрын
21:08. La verita non serve, non e' serva.
@michela7143
2 жыл бұрын
Condivido Paolo la tua puntualizzazione sul Nulla. Non è assolutamente oggettificabile. Potremmo identificarlo letterariamente con il Silenzio. Nella Genesi ciò che precede la Parola è il nulla, come silenzio, e le tenebre, come caos. Così come nella tradizione il Nulla rimane un campo di azione. Non è un baratro e non è un elemento, ma un momento nel quale viene meno la pronunciabilita', è l'indefinito. Non c'è alcuna interruzione, che però non va contemplata nell'orizzonte di Eternità qui espresso. Sarebbe interessante analizzare quanto ci sia di limitante in tutto questo.
@paulfelixread
2 жыл бұрын
Con tutto il rispetto possibile trovo l'intervento dell'ospite un po' confuso. Con una certa difficoltà di sintesi corre qua tra citazioni e argomenti vari non riuscendo a trovare un modo per esprimere chiaramente cosa avrebbe in mente! Detto ciò ottimo affrontare la tematica!
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