Farneta mistero e Tragedia
Vi parliamo di due recenti episodi nella lunga storia della certosa.
Il mistero di Majorana è una curiosa ipotesi, voci locali affermano che nella Certosa ebbe accoglienza il fisico Ettore Majorana, uno dei fisici italiani più promettenti, collaboratore di Fermi e precursore delle teorie che portarono alla bomba atomica. Scomparso misteriosamente nel marzo del 1938. Majorana si sarebbe nascosto nella certosa di Farneta, ipotesi suffragata da somiglianze tra la foto di un sedicente frate e quella di Majorana e dalla presenza in certosa di un’ingegnosa incubatrice di uova, precorritrice dei tempi, frutto di una mente molto vivida come poteva essere quella del fisico. Dopo il soggiorno a Farneta Majorana sarebbe in qualche modo riuscito a fuggire in argentina, per quelle vie che vennero sfruttate in seguito anche da tanti gerarchi fascisti e nazisti. Ricerche recenti accreditano la sua morte nel 1959 in Argentina, altre lo dicono morto nella certosa di serra san bruno, forse mai il mistero si risolverà.
L’altro episodio, molto tragico, verso la fine dell’occupazione tedesca, nel 1944, rompendo la regola della clausura i certosini della Farneta avevano ospitato nei locali della certosa tanti esuli “fratelli in Cristo”. Questo suscitò le ire degli occupanti tedeschi. Nella notte fra l’1 e il 2 settembre 1944 le SS irruppero nei locali della Certosa di Farneta sorprendendo i padri certosini mentre si recavano in chiesa per la recita dell’ufficio notturno. Rastrellarono tutti i presenti nella certosa, fecero togliere gli abiti religiosi ai certosini, minacciandoli di morte. Poi i prigionieri vennero portati con tre autocarri in un frantoio a Nocchi di Camaiore, dove tutti i prigionieri della Certosa vennero rinchiusi. Nei 4 giorni di prigionia dovettero subire varie angherie e il prelevamento di molti di loro per tristi fucilazioni di rappresaglia, quella con più vittime a Pioppeti, quando furono uccise ben 35 persone, una ventina delle quali provenienti dalla Certosa. All'alba del 6 settembre le SS divisero i prigionieri. I più giovani e validi furono deportati in Germania. Una quindicina di padri certosini venne trasferito al castello Malaspina a Massa. Durante il trasferimento, il priore Martino Binz e il vescovo venezuelano Bernardo Montes de Oca, considerati i responsabili del gruppo, alle pendici del Montemagno, furono fucilati i loro corpi furono cosparsi di benzina e dati alle fiamme per poi essere coperti da un po' di terra. Il resto del gruppo raggiunse il castello Malaspina, ma nei giorni successivi altri 10 certosini e numerosi altri prigionieri furono mitragliati due - tre per volta nell'ambito di quella operazione di eliminazione dei prigionieri voluta dai tedeschi in ritirata, denominata strage delle Fosse del Frigido, che ebbe luogo tra 10 e 16 settembre 1944. Oggi una lapide sul muro esterno della certosa e cerimonie di commemorazione ricordano questa tragedia.
Queste stragi ripetute, senza giustificazione siano un monito per respingere certe bestialità umane.
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