Nella maggior parte dei casi, il primo approccio alla diagnosi del paziente è rappresentato dall'analisi del sangue periferico che viene oggi effettuato da analizzatori ematologici dedicati di ultima generazione i quali, a prescindere dalla tecnologia utilizzata, in meno di un minuto forniscono in completa automazione un referto emocromocitometrico completo di formula leucocitaria. In presenza di alterazioni di tipo quantitativo e/o qualitativo dell'esame emocromocitometrico e/o in presenza di allarmi strumentali, è necessario allestire uno striscio di sangue periferico, colorato con colorazioni panottiche ed esaminato al microscopio ottico. L'osservazione al microscopio di uno striscio di sangue deve seguire un percorso sistematico, che comincia con l'ispezione di tutto il preparato con un obiettivo a bassa risoluzione (x10) per valutare nello striscio sia gli aspetti di qualità della distribuzione delle cellule, come la eventuale presenza di aggregati piastrinici, leucocitari o leuco-piastrinici, di agglutinati eritrocitari, di rouleaux.
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Gina Zini-analisi del sangue periferico nella diagnosi ematologica
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