Il tenore Ugo Benelli presenta e spiega, cantando accompagnandosi al pianoforte, le "frasi" che il suo maestro Pietro Magenta insisteva per mesi ed anni a far studiare come esercizio vocale ai suoi allievi. Egli, poi, ci ricorda come Beniamino Gigli richiamasse il diaframma e sottolinea l'importanza della sicurezza nell'emissione degli acuti - Genova, 14 aprile 2016
Estratto dall'intervista-incontro di Belcanto Italiano ®, a cura del soprano e docente di tecnica vocale Astrea Amaduzzi e del M° Mattia Peli
belcantoitaliano.blogspot.it/
In una intervista precedente, Ugo Benelli ricorda così il suo maestro Magenta e queste "frasi" da lui stesso musicate per tutti i suoi studenti di canto:
Ugo Benelli: Questo maestro era un avvocato, una persona di una cultura enorme... se tu pensi che suo padre era stato ambasciatore in Russia dello Zar! Era un appassionato di canto, perché era un avvocato con una grande responsabilità in una banca centrale di Genova a livello nazionale, e dava lezione così per diletto e non pagavamo niente, pagavamo solo l'affitto tutti insieme di questo enorme stanzone, e da questo stanzone sono usciti Giuseppe Campora, Rosetta Noli, Ottavio Garaventa, Federico Davià, Enrico Campi e quel grande tenore comprimario del San Carlo, come si chiama... un tenore che doveva fare il primo tenore in maniera assoluta... Piero De Palma!
- Quindi è questo che tu ricordi come il tuo maestro di canto?
Ugo Benelli: Si, il mio maestro di canto, perché come dice Dara: "fortunati quelli che hanno avuto un maestro solo". Dara ha avuto un organista di una chiesa a Mantova, non è stato allievo di Campogalliani, però lui ha continuato a studiare. Dice, "guai cambiare tanti maestri"! Bisogna aver la fortuna di trovare subito quello giusto. Con questo maestro ho cominciato a studiare che era epoca estiva, faceva lezioni collettive, anche in due tre per volta, e così potevamo cantare a lungo, perché fra un vocalizzo e l'altro ci potevamo riposare. D'estate non veniva nessuno, e così io andavo tutti i giorni a lezione. Diciamo che quei due mesi, i primi due mesi di studio per me sono stati molto importanti, perché lui mi ha seguito da solo personalmente, tutti i giorni, mattina e pomeriggio.
- Senti, in realtà che cosa facevate durante le lezioni?
Ugo Benelli: Dei grandi vocalizzi, lui non voleva assolutamente che cantassimo pezzi d'opera. Tutt'al più aveva delle frasi che lui aveva composto e alla fine dei vocalizzi ci faceva fare queste frasi che ricordo ancora, erano molto poetiche, perché era un uomo di grande cultura: "O fior, o fior di gioventù io t'ho goduto, io t'ho goduto un dì". E su queste frasi praticamente si spaziava in tutte le note, si saliva alle note acute per poi scendere alle note gravi, oppure l'altra era: "Ella la testa sovra me chinava e il vento ai sogni un fremito donava." Erano le frasi musicate da lui che ci faceva fare, era il massimo di canto che lui ci concedeva.
- Quindi per mesi praticamente tu hai studiato l'emissione vocale?
Ugo Benelli: Eh, sì, sì... per due anni, addirittura! E poi, c'era il concorso alla Scala, e lui disse: "Vai a fare questo concorso per la scuola della Scala per i cadetti, perché così sapremo cosa studiare; laggiù c'è Confalonieri, Campogalliani, ti daranno un giudizio, chiedilo anzi, su come approfondire le nostre lezioni". E io andai a fare questo concorso: prima la Cossotto, Benelli e Casoni, vincemmo noi tre! E mi trovai a orientare la mia vita in maniera diversa, non far più il ragioniere, rinunciare a un importante posto che mi avevano offerto a Genova, e andare alla Scuola della Scala.
[ Testimonianza di Ugo Benelli, tratta da: BELCANTO ITALIANO INTERVISTA IL TENORE UGO BENELLI - Intervista realizzata dal Soprano Astrea Amaduzzi il 25 gennaio 2015 belcantoitaliano.blogspot.it/2... ]
Негізгі бет Музыка Gli esercizi vocali (frasi musicate) di Pietro Magenta, maestro del tenore Ugo Benelli
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