Greccio è un comune italiano nella provincia di Rieti nel Lazio in Italia.
È noto per un santuario fondato da San Francesco e per essere il luogo dove quest'ultimo inventò il presepe.[4] Fa parte del Cammino di Francesco e, dal 2016, è parte del club dei borghi più belli d'Italia. Il comune di Greccio si trova in Sabina, nell'Alto Lazio, ai confini con l'Umbria. Il borgo medievale di Greccio sorge su un costone dei Monti Sabini, sul bordo occidentale della Piana di Rieti, a 705 metri di altitudine sul livello del mare (circa 300 metri più in alto rispetto al fondovalle).
La parte pianeggiante del territorio comunale si estende nella sottostante Piana Reatina e comprende le frazioni di Spinacceto, Limiti di Greccio (dove si trova il municipio) e Sellecchia.
Le distanze: Contigliano: 8,1 km; Rieti: 15,5 Km; Terni: 27 Km; L'Aquila: 77 km e Roma: 96 km.
Greccio fu fondato, secondo la tradizione, da una colonia o famiglia greca, fuggita o esiliata dalla patria in seguito a guerre e distruzioni e che, innamoratasi della amenità del luogo e della comodità di difesa naturale che offriva, ci si stabilì. Da qui il nome Grecia, Grece, Grecce ed infine Greccio.
Secondo alcuni studiosi "Curtis de greze", nominata nel Regesto Farfense, era una "Curtis" cioè un'organizzazione economica medioevale autosufficiente gestita da un signore, costituita da spianata (l'attuale piazza) tra due emergenze calcaree al di sotto delle quali veniva cavato il pietrisco necessario per realizzare strade nella piana reatina, impaludata dopo la bonifica iniziata di Curio Dentato. Tra il monte Peschio, sovrastante l'attuale comune di Greccio e le rocce dove attualmente si trova la Collegiata di San Michele, veniva estratto il pietrisco risultante dai due conoidi di deiezione delle rocce calcaree sovrastanti ed accumulato nella spianata stessa per poi essere trasportato nella piana dai carretti. Il nome Greccio quindi deriverebbe non da coloni greci, ma da "Curtis", come sopra descritta, "de" preposizione ablativa (riguardante l'argomento ...) e "greze" o "grezze" cioè pietrisco da cava.
Le prime notizie certe risalgono al X- XI secolo, quando i frammentari possedimenti dell'Abbazia di Farfa vennero riuniti e si procedette all'incastellamento delle curtis. Il monaco benedettino Gregorio da Catino (1062-1133) fa riferimento alla località di Greccio (curte de Greccia) nella sua opera "Regesto Farfense". Dai resti degli antichi fabbricati si rileva che Greccio divenne un castello medievale fortificato circondato da muraglie e protetto da sei torri fortilizie. Ebbe a sostenere fiere lotte coi paesi confinanti e subì la distruzione ad opera delle soldatesche di Federico II nel 1242.
Tra il 1223 e il 1226, Greccio ospitò più volte Francesco d'Assisi, che qui rievocò per la prima volta la rappresentazione del Presepio. Il santo amava visitare questi luoghi per la bellezza del paesaggio, che gli ricordava tanto quello della Palestina dove si era recato in visita, e per la semplicità degli abitanti del paese. La rappresentazione del presepe fu il pretesto per lanciare un messaggio "politico" a Papa Onorio III, che in quel periodo risiedeva nella vicina Rieti: non è necessario riconquistare il Santo Sepolcro di Gerusalemme per mezzo delle crociate, perché la nascita di Gesù può essere commemorata dovunque.
Nel XIV secolo il paese è più volte ricordato nello statuto municipale di Rieti e nelle carte dell'archivio della cattedrale, come sede di podestà. Subì alterne vicende fino al 1799 quando fu di nuovo distrutto e saccheggiato ad opera dell'esercito napoleonico.
Негізгі бет Үй жануарлары мен аңдар Greccio 2024
Пікірлер