«Sono le parole più difficili della mia vita». Così Roberto Saviano ha iniziato la lettera di saluto all'amica Michela Murgia nel giorno del suo funerale, celebrato nella Chiesa degli Artisti a Roma. «Michela mi disse ‘Cosa mi perderò, immagino il casino del mio funerale'», ha aggiunto. Saviano ha poi raccontato il personale rapporto di Michela Murgia con la scrittura: «Una grande fatica, anche se batteva i tasti tanto velocemente che sembrava suonasse». Quando qualcosa non andava, ha ricordato Saviano, «ripeteva: non stare solo, vieni qui». Lo scrittore ha sottolineato come Murgia abbia fatto di tutto - nell'ultimo periodo - per non far pesare il suo dolore sulle spalle di chi le è stata vicino. «A farle più male - ha proseguito - non sono stati gli odiatori mediatici ma quanti avevano un piede dentro e uno fuori, chi non prendeva posizione». All'uscita dalla Basilica ha aggiunto: «Michela lascia un compito agli intellettuali: difendere i diritti, scegliere da che parte stare, perché i diritti sono il più grande canto d'amore possibile. Michela ha portato sulle sue spalle quello che spesso non fa la politica: prendersi cura della cosa pubblica». ( CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: video.corriere.it/cronaca/dis...
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Il discorso di Roberto Saviano al funerale di Michela Murgia nella Chiesa degli Artisti, a Roma
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