Quando pensiamo a un pittore del passato, ci viene naturale immaginarlo come una sorta di genio superiore, rivolgendogli quella stima che si dedica a persone fuori dal comune. Ci stupirà scoprire, allora, che invece gli artisti nel passato, nel medioevo ma anche nel Rinascimento, erano considerati spesso persone di rango inferiore, persone maleodoranti che si sporcavano le mani con il colore. Perché i colori che impiegavano avevano un'origine animale, vegetale o minerale, la cui lavorazione era letteralmente "puzzolente". I pittori usavano sulle loro tavolozze mescolanze tecniche, teoriche e simboliche: ad esempio il blu del cielo, in realtà evocava lontananze geografiche, sapori d'oriente, ricchezze sconfinate e ovviamente qualità teologiche di purezza che assomigliavano all'idea del divino. Insomma, moltissimi aspetti che a noi sfuggono e che sono lontanissimi dall'idea di "accostamento cromatico" per un effetto di piacevolezza visiva che spesso abbiamo in mente noi quando pensiamo alla pittura o guardiamo un quadro!
00:00 L'uso dei colori nel passato ("Pecunia non olet")
02:14 Lo status sociale del pittore e i colori
03:00 Il blu oltremare lapislazzulo e l'oro
07:10 Il rosso porpora
08:26 Il problema della tavolozza dei colori
12:20 Newton e la scomposizione della luce
Негізгі бет L'uso del colore nella pittura del Rinascimento
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