Raimondo Carìa, Generale di Divisione della Riserva dell’EI, proviene dai corsi regolari dell’Accademia di Modena, ha frequentato la Scuola di Guerra ed i Corsi Superiori di Stato Maggiore in Italia e Spagna.
Ha operato al comando di reparti operativi e nel Servizio di Stato Maggiore - a livello regionale, centrale e NATO - nei settori operazioni, informazioni, guerra psicologica, guerra elettronica, forze speciali.
È stato Addetto Militare (Addetto per la Difesa e per l’Esercito) - dal 1998 al 2001 - presso l’Ambasciata d’Italia in Mosca, con responsabilità su Federazione Russa, Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan, Tajikistan, Turkmenistan e Georgia.
Presentate le dimissioni dall’EI, al termine del mandato triennale a Mosca, si dedica occasionalmente a ricerca ed analisi in Russia, Cecenia, Iraq, RD del Congo, pubblicando per Panorama, La Stampa, Limes, Futuribili, Testimonianze, Radio RAI, Radio-Televisione Svizzera Italiana, Nexus, Leo Rugens
"La guerra ormai va avanti da più di due anni. In questi due anni, tra sanzioni, invio di armi e tutte le altre strategie messe in atto dall'Europa e dall'America, stiamo riuscendo a spegnere questa guerra o rischiamo di infiammare ancora di più?
No, pare accertato che la stiamo infiammando. D'altra parte la volontà. Dei finanzieri transnazionali che sono alle spalle delle istituzioni. La volontà determinata è quella di continuare con. É lo scopo di raggiungere il la balcanizzazione della Federazione Russa. O comunque l'esautorazione di Putin quindi i rischi sono altissimi. D'altra parte c'è da considerare che gli interessi in campo sono enormi, perché viviamo in un tempo di evoluzione geopolitica accelerata, un tempo accelerato e in questo tempo verranno definiti “i nuovi equilibri di domani” e quindi le espressioni di potenza. E d'altra parte, d'altra parte, in gioco c'è appunto il potere globale, vale a dire la supremazia del sistema finanziario tecnologico mediatico del cosiddetto Occidente. Alle spalle delle istituzioni c'è ovviamente il Deep State, ci sono ovviamente i grandi interessi finanziari. Sembra appunto che gli Stati siano oggi considerati alla stregua di squadrette di calcio commerciali mosse da chi? Da grandi burattinai. Da grandi potenze finanziarie. I rischi sono altissimi anche perché dall'altra parte la Federazione Russa ovunque governata da Putin o da altri russi che abbiano a cuore l'integrità dello Stato, la Federazione Russa non può permettersi di demordere. La struttura identitaria imperialista russa che stava scemando per diventare quindi democratica, come mi ricordava già nel duemilatré il professore gli allievi questa struttura identitaria che sta rafforzando, perché in gioco c'è appunto la sopravvivenza dello Stato. Ricordo che nella Costituzione della Federazione Russa l'impiego dell'armamento nucleare è delegato direttamente al Cremlino quindi senza valutazione della Duma. Lì dove l'integrità dello Stato è considerato un pericolo.
Ce lo ha ricordato lo stesso Putin é il 22 febbraio 2000 e 23 in occasione di un suo discorso nello stadio dinamo di Mosca davanti a decine di migliaia di moscoviti."
La Attuale Situazione Geopolitica spiegata dal Generale Raimondo Caria - Orosfera Podcast
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