Devastato dalla colpa un uomo cerca conforto in un prete. Ma l’enormità del sentimento che lo travolge e lo devasta è tale da non riuscire nemmeno a parlarne. Di Luca Bertossi abbiamo già apprezzato l’episodio “Non le Credo” contenuto in After Midnight (2018, collettivo a cura di Pesca/Longo) in cui si anticipa il tema del confronto con un esponente del clero. In quel caso caparbiamente deciso a non accettare la realtà sovrannaturale che tormentava il protagonista, arrivando a negare l’evidenza a favore della fede (anche se si aprono scenari alternativi: codardia, connivenza con il maligno). Qui il giovanissimo prete (dall’aspetto in bilico tra un gesuita, un iman, un prete ortodosso, un rabbino, come a riassumere tutte le religioni monoteistiche), proprio non riesce a comprendere il tormento di quest’uomo che gli descrive in sintomi di un innamoramento che non lascia scampo: il solo provare questo sentimento è un macigno che lo devasta. Tratto da una graphic novel di Jioke, il corto conferma un approccio “letterario” alla scrittura di Bertossi, e mantiene la sua capacità di tradurre un impianto narrativo in linguaggio cinematografico “puro”. Rispetto a “Quelle ragazze” la voce narrante viene dissimulata nell’espediente della confessione, creando una fase di “tensione attentiva” nello spettatore che, ora, vuole capire quale sia l’oggetto dell’amore “proibito” del protagonista. Con una certa efficacia ci viene suggerito prima uno scenario di aduletrio, poi rimaniamo sospesi apprendendo il legame familiare tra l’uomo e la donna che (ipotesi obbligata) avevamo inteso essere oggetto del suo tormento. Rimaniamo per un attimo sollevati prima della rivelazione finale, in parte negata da certe scelte di inquadratura, in parte perché non appartenente al nostro “orizzonte degli eventi”: l’effetto cercato è quello di far rilassare lo spettatore. Che in qualche modo fa suo il punto di vista del prete: non c’è nulla di male in questa passeggiata mano nella mano. Fino a che non viene inquadrato un dettaglio che ci fa capire il senso dell’insidia stessa che è l’incapacità di discernimento in cui è caduto il nostro protagonista. Perché, in effetti, non c’è nulla di sensato nel suo turbamento amoroso. Da un punto di vista tecnico, sia in termine di scrittura che di messa in scena, Bertossi lavora con mano sicura, nonostante il tema affrontato. Certo lo fa con estrema delicatezza e camminando sulle uova. Forse lo fa addirittura con troppa delicatezza: certamente si può abusare dell’argomento cercando il facile shock. E questo è riprovevole in termini di “integrità artistica” e può portare a scivolare lungo la china del “gusto morboso”. O, per contro, il tema trattato può portare a schierarsi con una corda munita di nodo scorsoio, pronti ad appendere il mostro al primo ramo robusto che ne regga il peso. Questo Bertossi non lo fa e analizza un punto di vista altro, camminando su una lama sottile e pericolosa. Certo, quello del ribaltamento è una tecnica narrativa consueta: mostrare la quotidianità affettiva e familiare del carnefice di un regime totalitario (ad esempio) è un ottimo trick narrativo. E, certamente, il tema della “negazione” viene sviluppato consapevolmente: prima è il prete a “non capire”, poi lo spettatore. Però c’è un però. E’ sicuramente vero che c’è un tormento nel trovarsi a “fronteggiare” questo “impulso”. È anche vero che un’opera cinematografica trasmette un messaggio e impone un’identificazione con i protagonisti. Un’empatia in positivo o in negativo. Forse, e qui entra in gioco una valutazione assolutamente soggettiva, l’efficace utilizzo di un trick narrativo e il riuscito disvelamento finale forse non valgono il prezzo di un messaggio che porta in zona grigia ciò che dovrebbe essere nettamente separato in bianco e nero. [samaang ruinees per Orroreitaliano]
@videotacqui
Жыл бұрын
Mi piacciono molto le idee dei tuoi cortometraggi. Anch'io li faccio su questo genere ma cerco più il muto... Complimenti spero di vedere altri lavori e spero che vedrai i miei
@redpoint9882
5 жыл бұрын
Suggestivo!! Grande lavoro. Ciao collega
@DeepMindFilmFactory
5 жыл бұрын
Ciao! Grazie mille :)
@MichelaDaSacco
5 жыл бұрын
Ottimo corto! Mi sono piaciuti molto soprattutto il montaggio e la fotografia.
@leroy299
3 жыл бұрын
complimenti
@paolavit1191
5 жыл бұрын
Il sacramento della confessione è inutile...banale. Il male è insito nell 'uomo...nessun Dio può estirparlo. Il mio ex era un mostro...mi picchiava e poi andava dal suo prete di " fiducia " e si confessava...probabilmente parlava di ....amore...ma quale amore? Cortometraggio con fotografia eccellente...minuziosa e poeticamente cruda.
@gemmadeltigullio
Жыл бұрын
L'assoluzione non è garantita, anzi và conquista col vero pentimento e l'espiazione. Roba da nulla! Beati i tempi in cui il prete cacciava dal confessionale il peccatore recidivo. Ma i veri preti ora latitano, e i preti farlocchi naufragano nel buonismo del modernismo. Questi due a inizio corto fanno senso e repulsione. Mica sono al cinema o ad un dibattito e si capisce subito dove il video và a parare. Rimane giusto l'ultimo tabù da sfatare, l'incesto. Ormai banalizzano tutto, anche i mostri. Il mondo al contrario che piace al gran cornuto 😈 A volte picchiare un uomo è un atto dovuto, di coraggio.
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