Mentre i giornali scrivevano del presunto aiuto che Cuffaro avrebbe dato alla lista Pace Terra Dignità per la raccolta delle firme, l’ex presidente della regione Sicilia tentava di far cancellare “La staffetta per Libero Grassi” da KZitem.
Ci ha provato, ma il giudice gli ha detto di no. D’altra parte si trattava di una delle pagine più importanti nella storia della televisione.
La richiesta di Toto Cuffaro era motivata con il diritto all'oblio; principio giuridico che permette agli individui di richiedere la rimozione di informazioni personali che non sono più rilevanti. Ma quel suo intervento non è in relazione con la condanna a sette anni per aver favorito la mafia che lo ha colpito molto più tardi. Certo, il boss Guttadauro a capo del quartiere Brancaccio, regno della famiglia Graviano, lo guardava in diretta e commentava che quello era “il picciotto” sul quale Cosa nostra avrebbe dovuto puntare nel futuro.
Ne “La mafia è bianca” con Alberto Nerazzini e Stefano Bianchi abbiamo comunque documentato come Cuffaro sia andato a chiedere i voti agli assassini di Falcone. E questo, campasse cent'anni, condanne giudiziarie a parte, a un politico non potrà mai essere perdonato.
Il film documentario: La mafia è bianca. Indagini, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, interrogatori e processi disegnano la trama di un giallo popolato da boss di Cosa Nostra, potenti uomini politici, imprenditori milionari, pentiti di mafia e medici.“La mafia è bianca” racconta i cambiamenti dell’organizzazione criminale sotto la guida del superlatitante Bernardo Provenzano. Un film che pone pesanti interrogativi sull’oscuro intreccio tra Cosa Nostra e la politica. E documenta una nuova stagione del potere. La mafia è bianca: un reportage di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini a cura di Michele Santoro.
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