Fonte:
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Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
Le colline che si staccano dal Tanaro sono un mosaico di vigneti, di campi verdi e gialli, di terre nude, dure, arse, grigie e bianche, pronte per gli scassi.
Poi il confine tra la bassa e l'alta Langa, il giardino dei vigneti che si dirada le colline che si spogliano, che diventano montagna.
Chi non conosce le Langhe rischia di perdersi in questo oceano di mari calmi e di mari in burrasca, sempre diversi e sempre uguali, riconoscibili dalle pareti di tufo, dai ritani - ossia valloni profondi -, dalle torri, dai castelli, dai bricchi.
È un paesaggio, quello delle Langhe, che sempre mi incanta.
La bassa Langa geometrica ma morbida; l'alta Langa a tratti aspra come tagliata con l'accetta, ma mai cupa come la montagna.
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Негізгі бет Le Langhe «Il mondo dei vinti» di Nuto Revelli (creato con Spreaker)
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