Ligurian Fishing Adventures - SFATIAMO due miti sulla pesca alla SPIGOLA con il vivo
Buongiorno amici della pesca e in particolare gli appassionati della pesca della spigola con il vivo!
In questo video voglio sfatare due miti sulla pesca di questo meraviglioso predatore.
Difficilmente da riva una tecnica di pesca risulta così avvincente come la ricerca della spigola con l'esca viva. La ricerca della condizione meteo migliore, il momento preciso di marea, la precedente ricerca del l'esca viva e il suo mantenimento, la scelta specifica dei materiali da utilizzare, trasformano questa tecnica in un vero e proprio puzzle molto complesso da ricreare ma decisamente appassionante.
Come per tutte le tecniche di pesca, la pratica e l'esperienza sul campo ci farà crescere e raggiungere i risultati, spesso e volentieri creando un nostro “metodo”, ma a volte, le scelte pongono domande comuni, due su tutte: di quale grandezza devono essere le nostre esche e in quale condizione cercare la spigola.
Spesso e volentieri, a tavolino, si pensa che l'esca giusta sia quella che la spigola “riesce ad ingoiare”, e per tale motivo saremo più indirizzati verso esche di piccole dimensioni. Ma non è sempre così. Dobbiamo considerare due fattori importanti per sfatare questo “mito”. Il primo è sicuramente il periodo nel quale cercheremo maggiormente la spigola, cioè i freddi mesi invernali, nei quali questo meraviglioso predatore si avvicina alla costa per la frega. Periodo povero di pesce cosiddetto “foraggio”, e nel quale questa sua attività biologica la renderà molto debole e bisognosa di calorie. Tutto ciò costringerà il nostro predatore ad aggredire ogni possibile fonte di cibo. La seconda è più tecnica. Spesso e volentieri cercheremo la spigola quando l'acqua è torbida, e spesso e volentieri con molta alga sospesa o in presenza di mareggiata e di conseguenza molta corrente. Un esca di medie - grandi dimensioni permetterà di soprassedere al pericolo che la nostra esca possa restare ricoperta da alghe, siccome il suo nuoto sarà molto più deciso e “potente” rispetto ad un esca dal volume più ridotto, cosa che la porterebbe per altro, probabilmente alla morte dopo una decina di minuti. Stesso identico ragionamento è possibile farlo anche per il problema della corrente. Un esca più grande reggerà sicuramente meglio la corrente che in mareggiata si verrà a creare.
Il secondo mito da sfatare va sicuramente in contrasto con tutto ciò che di bello crea questa tecnica di pesca, cioè mettere insieme tutti i fattori atmosferici e di mare in un determinato momento nel quale ci recheremo alla sia ricerca in spiaggia, e che generalmente viene identificato in una bella mareggiata o in scaduta ricca di schiuma e acqua torbida, bassa pressione e picco di bassa e alta marea. Ma, “mai dire mai” insegna la pesca, e spesso conoscere per esperienza punti specifici di passaggio e di caccia di questo pesce, possono far sì di riuscire anche nella cattura in condizione meno “ideale”. La spigola è un predatore abituale, territoriale e che spesso si raduna in branchi. La giusta morfologia del fondale e la “memoria acquisita attraverso le generazioni” che in quel determinato tratto di mare può facilmente procacciarsi del cibo, può far si che stazioni più facilmente in qualsiasi condizione nello stesso spot. Indifferentemente dalla condizione atmosferica o di mare.
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