Si direbbe che immagini di fronte a cui una persona normale distoglierebbe lo sguardo, divengano facilmente i soggetti che Martin Parr rappresenta nella sua fotografia.
Non ha senso definire il fotografo di Epsom (Surrey) un “fotoreporter”, perché non è attratto da fatti che in sé rappresentano un’emergenza nella routine quotidiana, manifestano la fase acuta di uno stato di malessere e hanno un decorso immediato. Parr è più interessato alle tendenze emblematiche insite in un dato di fatto, ai comportamenti collettivi che rappresentano come siamo e come ci rapportiamo a una realtà che ha una sua continuità; per così dire, una “patologia” dal decorso lungo e dagli sviluppi graduali.
Il suo è uno sguardo smaliziato, irriverente, se si vuole, qualcuno lo giudica “crudele” - lui preferirebbe definirlo “onesto” - riguardo alla rappresentazione della vita di tutti i giorni, vissuta dalla gente comune, nelle attività quotidiane più ordinarie, anche se, a volte, assurde.
Infatti, rispetto alle immagini sulle pagine delle riviste patinate, che ritraggono gli aspetti più eroici di una vita per la maggior parte dei casi del tutto prosaica, le fotografie di Martin Parr contraddicono la «propaganda» (parole sue) trionfalista con cui il “sistema” si adopera a lusingarci.
Uno dei temi principali della carriera del fotografo è quello di ritrarre l’Occidente mentre trascorre il “suo” tempo libero, quando la massa ha la possibilità di esprimere finalmente se stessa. La gente non deve lavorare ma deve pur sempre fare qualcosa: bird watching, andare in spiaggia o a una sfilata di moda, guardare la partita… In questo risiede il suo arbitrio, la sua sola capacità decisionale ed è qui che interviene il fotografo a ritrarre in maniera soggettiva i suoi simili mentre esprimono la loro personalità più autentica, a registrare lo spirito, il divertimento, la serietà, il kitch di queste attività e tradurre il tutto in fotografie.
Dietro ai colori brillanti rubati al mondo della pubblicità, per convogliare le persone verso l’immagine che documenta la patologia, si può leggere, sì, anche un messaggio subliminale, ma la cosa essenziale per Parr è la soggettività del rapporto del fotografo documentarista con il suo mezzo d’espressione.
Martin Parr “Short & Sweet” - al Mudec Photo, dal 10 febbraio al 30 giugno 2024, con oltre 60 fotografie, insieme all’installazione Common Sense composta da circa 200 scatti - ripercorre la carriera di uno dei più famosi fotografi documentaristi contemporanei
Arrangiamento musicale da Igor' Fëdorovič Stravinskij, “Symphonie de Psaumes”, I movimento
www.viaggispor...
Негізгі бет Martin Parr al Mudec con Short & Sweet
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