Metastasi da cancro tiroide: un nuovo approccio terapeutico per aumentare la probabilità di guarigione.
Approcciare la terapia con iodio radioattivo personalizzandola con una metodica innovativa per ottenere il massimo dell’efficacia.
Lo studio è focalizzato ad aumentare la probabilità di guarigione completa dalle metastasi da tumore della tiroide, ossia del 15% di pazienti ad alto rischio di recidiva, che non risponde alla terapia convenzionale con iodio radioattivo (iodio-131).
In pratica approcciamo in modo nuovo una terapia consolidata, personalizzandola con una metodica accurata che viene effettuata prima della terapia vera e propria.
L'approccio terapeutico convenzionale potrebbe essere non ottimale perché consiste nella somministrazione di una quantità fissa di iodio-131, praticamente uguale per tutti i pazienti metastatici, come ad esempio avviene per gli antibiotici.
Tale metodo non tiene conto del fatto che l'assorbimento e il tempo di permanenza dello iodio terapeutico nelle metastasi, come pure nel sangue circolante, sono fortemente variabili da individuo a individuo. Quindi somministrando a due persone la stessa quantità terapeutica, sia l'efficacia che gli effetti collaterali possono essere notevolmente diversi.
Le quantità convenzionali fissate sono sufficientemente basse in modo da produrre solo raramente effetti collaterali. Ma, in questo modo, pazienti che tollererebbero quantità terapeutiche maggiori vengono trattati al di sotto della tolleranza individuale, con una riduzione di efficacia potenziale.
Nello studio invece, la quantità terapeutica ottimale per ciascun individuo viene accuratamente valutata prima della terapia, mediante una metodica detta “dosimetria”. Questa previsione su base diagnostica a scopo terapeutico è denominata "teragnostica", ed è uno dei punti di forza della medicina nucleare. Inoltre, proprio per la finalità di personalizzare il trattamento, lo studio si inserisce in uno dei principali canali di rinnovamento della medicina contemporanea, quello della medicina personalizzata, o medicina di precisione.
In concreto, viene somministrata per via orale una piccola quantità di un altro tipo di iodio in forma liquida, detto iodio-124. In Europa tale sostanza è utilizzata solo in altri tre centri. Il fisico esegue misurazioni sul corpo intero e su prelievi di sangue venoso nei giorni 1, 2 e 5. Vengono anche acquisite immagini il secondo e il quinto giorno mediante la più avanzata tecnologia medico nucleare, la PET. Ciò permette di misurare su ciascun paziente parametri assolutamente individuali dello iodio radioattivo, quali l'entità dell'assorbimento e il tempo di permanenza nel corpo e nelle lesioni. Sulla base dei calcoli del fisico, il medico nucleare sceglie la quantità terapeutica ottimale per ciascun individuo, in modo da puntare all'efficacia senza oltrepassare il limite di sicurezza individuale.
Riassumendo, l'approccio ad attività fissa è sicuramente più immediato e semplice nella pratica, ed ha effetti collaterali in generale molto modesti, ma un approccio personalizzato mediante dosimetria, sfruttando al massimo la tolleranza di ciascun paziente, dovrebbe essere più efficace.
Questa affermazione, che deriva dall'intuito e da pochissimi lavori pubblicati, ha ragion d'essere poiché, grazie alla dosimetria personalizzata possiamo somministrare in sicurezza una quantità tripla rispetto alla quantità fissa. Pertanto, a fronte di un maggior impegno personale, offriamo al paziente una terapia "su misura", basata su una metodica all’avanguardia, con una probabilità di guarigione potenzialmente maggiore.
CONTATTO:
Istituto Nazionale Tumori - Medicina nucleare 02 2390 2220
daria.scienza@istitutotumori.mi.it
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