Nell’anno in cui è insignito del Premio Nobel per la Letteratura, Pirandello scrive questo dramma che affronta il tema del rapporto tra coscienza e realtà quotidiana, tra i dettati della ragione e gli impulsi dell’istinto, seguendo il quale si compiono azioni senza saperne il perché, senza avere gli strumenti per giudicarle e pertanto relegate nel mondo dell’irrealtà.
La scissione dell’io, entità non certo unitaria e monolitica, ritorna in questo dramma molto serrato e convincente nelle stravolte ma lucidissime argomentazioni del protagonista. La parte animale dell’uomo, l’istinto vive una sua vita profonda assolutamente non riconducibile alla ragione, alle convenzioni, alle regole della società. Ma per Pirandello non si può certo rimanere nell'abisso; la riemersione porta con sé il pesante fardello della responsabilità che l’uomo contemporaneo non può certo eludere. A proposito dì questo dramma Pirandello così si esprimeva in un’intervista a M. Missiroli: «…nel mondo morale la coscienza si risveglia come un giudice severissimo e intransigente nell'animo di chi ha infranto la legge. Il delitto appartiene alla natura, ma il momento veramente drammatico è quello della giustizia, ed è tanto più drammatico quanto più il tribunale è invisibile cioè nella coscienza…»..
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1978 - RAI
ARNALDO NINCHI - Conte Romeo Daddi
VALERIA CIANGOTTINI - Donna Bice Daddi
MARIO ERPICHINI - Giorgio Vanzi
TONI TRONO - Marchese Nicola Respi
Regia di ARNALDO NINCHI
Негізгі бет Non si sa come - Luigi Pirandello. 1978. Arnaldo Ninchi
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