Riprese e montaggio a cura di Luca Melai
In epoca medievale Peccioli divenne sede di un castello, testimoniato nei documenti a partire dall’XI secolo, quando il Marchese Alberto, figlio del fu Opizzo e membro dell’antica casata degli Obertenghi, nel 1061 offrì al monastero di San Michele di Marturi, presso Poggibonsi, la sua porzione di corti e castelli e cappella poste “in località Petiole”.
Un documento del 1115 testimonia che i Da Catignano, originari di un borgo oggi scomparso che si trovava tra Peccioli e Montefoscoli, vendettero questo castello al vescovo di Volterra, che a sua volta lo cedette a Pisa.
Nel 1163 il Comune di Pisa domò, sotto il comando di Ranieri Gaetani, una ribellione sollevata da Peccioli, guidata da Giovanni Borgherucci, e per ritorsione distrusse la rocca e le mura del castello.
Il controllo di Peccioli passò nel 1186 al vescovo di Volterra con un atto del re Enrico VI che, una volta incoronato imperatore, nel 1192 ne accordò il dominio al Comune di Pisa, confermato nel 1209 da Ottone IV e nel 1220 da Federico II.
Nel XIII secolo Peccioli ebbe una parte attiva nel corso delle lotte tra guelfi e ghibellini, infatti nel 1282, Nino Visconti, giudice di Gallura, bandito da Pisa, con l’aiuto dei fiorentini, divenne comandante della parte guelfa in Toscana, e non solo cacciò i ghibellini che controllavano alcuni comuni della Valdera per conto dei pisani, come Peccioli e Ghizzano, ma nel 1292 divenne signore di tutta la zona. Subito il vescovo di Volterra cercò di approfittare della situazione per riottenere i suoi privilegi in Valdera, mettendo tutti i suoi castelli della zona, tra i quali Peccioli, sotto la protezione dei fiorentini. Nel 1293, con la Pace di Fucecchio tra Pisa e Firenze, i pisani riuscirono a recuperare controllo politico e civile del castello di Peccioli, mentre la giurisdizione spirituale fu affidata al vescovo di Volterra.
Peccioli, sotto la dominazione pisana, divenne Podesteria della Repubblica marinara, estendendo la sua giurisdizione su Carpugnano, Gello, Abbazia di Carigi e Montecchio. Nel 1322 i pisani fecero restaurare un tratto delle mura del castello, assumendo l’estensione e le caratteristiche che in parte conserva ancora oggi, probabilmente ad opera di Castruccio Castracani, che nel 1328 fu nominato signore di Pisa.
Nel 1362 il paese venne attaccato e conquistato per la prima volta dai mercenari fiorentini , condotti da Bonifacio Lupi che distrussero una torre e parte delle mura. Tuttavia nel 1364, dopo la battaglia di Cascina, il castello di Peccioli tornò in mano ai pisani che lo tennero stabilmente fino al 1406, quando fu consegnato ai fiorentini da Pietro Gaetani, membro di un'illustre famiglia che aveva acquisito molti possedimenti nella zona, soprattutto a Fabbrica e Montelopio. Pochi mesi dopo la stessa Pisa fu definitivamente conquistata da Firenze.
Nel periodo fiorentino Peccioli fece parte del vicariato di Lari ed fu sede di Podesteria (con giurisdizione su Lajatico, Legoli, Orciatico, Terricciola, Soiana, Montecchio, Fabbrica, Bagno, Chianni, Casanuova, Morrona, Santa Luce, Riparbella, Strido, Castellina e Ghizzano) e Comune.
Per tutto il XV secolo Peccioli subì saccheggi da parte di città e nobili anti-medicei e non mancò al tempo stesso di ribellarsi alla Repubblica fiorentina quando si presentò l’occasione: nel 1430 Peccioli aprì le porte all’esercito milanese del duca Visconti, al comando del generale Niccolò Piccinino, che aveva occupato tutta la Valdera, per tornare, dopo pochi mesi, sotto il dominio fiorentino.
Con la Signoria di Lorenzo il Magnifico fu promulgato l’ordinamento amministrativo tramite il quale le Comunità vennero raccolte in Podesterie: a Peccioli furono sottoposte le comunità di Ghizzano, Fabbrica, Lajatico, Terricciola, Rivalto e Chianni. Un lungo periodo di tranquillità politica funestata tuttavia da varie calamità, tra cui un’epidemia di peste tra il 1464 e il 1468.
Nel 1529 Peccioli si ribellò nuovamente al governo fiorentino, sostenendo l’invasione del suo territorio da parte delle truppe di Carlo V, comandate dal principe d’Orange, che avevano assediato la città di Firenze.
Dal XVII secolo, con la sottomissione al Granducato mediceo, ebbe inizio per Peccioli un periodo di pace e stabilità politica che si protrasse fino all’avvento dei duchi di Lorena, i quali avviarono i primi lavori di bonifica del territorio.
La Podesteria di Peccioli venne soppressa con la riforma del 17 giugno 1776, quando nacque una nuova comunità comprendente Peccioli, Casanuova, Fabbrica, Ghizzano, Legoli, Morrona, Montecchio, Terricciola, Soiana, Strido.
Durante l’epoca francese (1808-1814) vennero aboliti gli ordinamenti precedenti ed istituita la nuova municipalità delle “mairie”, parte del Dipartimento del Mediterraneo e alle dipendenze della Prefettura di Livorno, mentre per gli affari giudiziari venne istituito un giudice di pace a Peccioli.
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