E dopo il tramonto al Castillo del Moro, con la "comica" sceggiata del Canonazo, eccoci alla CIudad Rebelde, la città ribelle per eccellenza: Santiago de Cuba. In questa meravigliosa città abbiamo passato due giorni indimenticabili.
Con quasi mezzo milione di abitanti, è la seconda città più popolata cubana e una delle più antiche di tutta l'isola della quale è stata capitale, prima di L'Avana.
Fondata nel 1515 da Diego Velázquez de Cuéllar, ottenne il titolo di città da Carlo V nel 1522. Dal suo porto salparono due importanti spedizioni: in Messico (1518) e in Florida (1538). Divenuta ben presto il centro principale di Cuba, fu sostituita come capitale effettiva dell'isola da L'Avana nel 1553.
Conserva diverse vestigia della colonizzazione iberica, fra cui la cattedrale, vari palazzi amministrativi e le residenze dei governatori, nonostante sia stata danneggiata da due terremoti, nel 1675 e nel 1679.
Ma la Santiago di oggi è famosa per essere stata il fulcro, la miccia da cui nel 1953 sono esplosi i moti rivoluzionari che, rovesciato il regime di Fulgencio Batista, portarono al potere Fidel Castro.
Santiago si può odiare o amare. Nel nostro emisfero occidentale, si può paragonare alle città del sud: per la Francia potrebbe essere Marsiglia, per l'Italia potrebbe essere Palermo, per la Spagna Siviglia, per gli USA New Orleans. Una città calda, calda in tutti i sensi, sia metereologici, sia culturali e sociali.
Ancora oggi si respira un'atmosfera eclettica, ed un'energia difficilmente riscontrabile all'Avana. Bisogna tener presente che dall'Avana a Santiago ci sono oltre mille chilometri di strade dissestate, che fanno si che le novità arrivino più tardi, e soprattutto già "digerite" dai ritmi lenti dell'Isola.
Il fatto di essere più vicina ad Haiti e alla Repubblica Dominicana, ha tratti sia africani sia caraibici; est non meno che ovest, che forma la sua originalissima identità culturale. In nessun'altra città di Cuba si trova una mescolanza così affascinante di genti diverse né tanta profonda consapevolezza del proprio retaggio storico.
Il suo casco histórico (centro storico), è qui ancor più trascurato e "corroso", e ricorda vagamente Barbados, la Salvador brasiliana o i quartieri malfamati di New Orleans, ma la sua vivacità culturale, particolarmente per quanto riguarda la musica, non ha rivali. Santiago si arroga il diritto di essere la culla di generi musicali come il son ed il bolero latino americano, grazie appunto alla forte componente afroamericana della popolazione.
Si svolge qui il famoso festival di musica cubana, ed il famoso carnevale che cade attorno alla metà del mese di luglio, dal 19 (Festa del Fuoco) al 27, in un periodo caldo in tutti i sensi.
In strada il termometro sale per molto tempo dell'anno ben oltre i trenta gradi, ma gli jineteros si danno da fare con una determinazione feroce che non ha eguali a Cuba. Poi c'è l'inquinamento, particolarmente elevato in centro, dove nugoli di motociclette sfrecciano in ogni direzione lungo strade più adatte a cavalli e pedoni.
Non è certo una città pericolosa, come del resto tutta l'isola, ma tutto a Santiago sembra più turbolento, più frenetico e anche un po' più disperato che altrove e per godersi la sua atmosfera è necessario adattarsi a questa dimensione tutta particolare.
Ne varrà sicuramente la pena...
Негізгі бет Santiago de Cuba
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