Oggi parliamo di Sergej #Volkonskij, un personaggio straordinario nella cultura russa. Fu nobile d’alto lignaggio, poi partecipò alla cospirazione decabrista nel 1825. Venne deportato in Siberia per 30 anni e in quel periodo… si trasformò in un #contadino! Finirà poi nella letteratura mondiale: #Tolstoj a lui si ispirerà per delineare la figura di Andrej #Bolkonskij in “Guerra e pace”.
Un decabrista disse: “siamo tutti figli del 1812”. L’anno in cui #Napoleone invase la Russia. Fu in quel periodo che, per la prima volta, i #nobili russi impararono a conoscere i #contadini. Erano stati abituati dai loro padri a considerarli come… poco più delle #bestie. Ma non solo.
Dopo la guerra rientrarono in Russia con una percezione differente del mondo. Un altro #decabrista disse: “avevamo preso parte ai più grandi eventi della storia, era intollerabile tornare a #Pietroburgo, eravamo avanti di 100 anni”. La cospirazione decabrista finì male: qualcuno venne ammazzato, molti spediti in Siberia. Tra loro c’era anche Sergej Volkonskij.
Incredibilmente, la #Siberia unì gli #esiliati. Mostrò loro come vivere secondo i principi di cui tanto parlavano: quelli comunitari e di autosufficienza. I prigionieri, con le loro famiglie, formarono dei #collettivi di lavoratori, fondarono #scuole, #coltivavano la terra. E consideravano la Siberia come una terra di #libertà. Quello che rende straordinaria la generazione dei decabristi non erano solo le idee che volevano introdurre nella società russa. Ma anche la grande #dignità con la quale affrontarono la sconfitta…
Негізгі бет Sergej Volkonskij: storia di un decabrista
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