👉 cdtlink.ch/locarno-palexpo-2 👈 Visita «esclusiva» all’interno dell’ex «Fevi» con Bruno Buzzini, capodicastero Opere pubbliche di Locarno - La struttura aveva subito danni per 2 milioni di franchi dopo la grandinata di fine agosto 2023: «Ma ora è molto più forte»
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Detto e fatto. Maggio doveva essere e maggio sarà. La promessa è del capodicastero Opere pubbliche della città in persona, vale a dire il municipale Bruno Buzzini, «decano» dell’Esecutivo di Locarno, che dopo le elezioni comunali di aprile ha avviato la sua terza legislatura. L’appuntamento è sul piazzale di fronte al Palexpo (l’ex «Fevi» come lo chiamano ancora in tanti), pronto per essere inaugurato nella sua versione «due punto zero», dopo la distruzione subita nella devastante grandinata del 25 agosto 2023 che aveva provocato danni per 2 milioni, una spesa oggi coperta dall’assicurazione. «Abbiamo un mese di anticipo rispetto ai piani», annuncia sorridente il 56.enne avvicinandosi con passo rapido e «bigino» alla mano. Doveva essere consegnato in giugno, ma sarà pronto già questo mese.
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Il giorno prima-giovedì-si era tenuta l’assemblea del Locarno Film festival, dalla quale il nuovo sindaco, Nicola Pini, si era poi dovuto congedare per discutere «questioni importanti» relative proprio alla struttura chiave della manifestazione, che con i suoi oltre 3.000 posti ospita le proiezioni del concorso internazionale: una sala cinematografica «tra le più grandi al mondo». Al Corriere del Ticino, Pini aveva poi confermato come questa «dovrebbe essere agibile» in tempo per la kermesse.
«Sono certo che sarà così», rileva Buzzini, facendo strada. Alcuni operai stanno uscendo. Forse per prendere del materiale dai furgoni parcheggiati nei pressi, oppure - chissà? - per andare in pausa pranzo. Il giro inizia nell’area ristorante «ripristinata in tempi da primato già entro Pasqua». L’arredamento, i pavimenti, l’illuminazione. Tutto nuovo.
Una svolta a sinistra ed ecco il portone in vetro che si apre sul «cuore» del palazzone.
Il nostro interlocutore si guarda in giro. «È ancora tutto da pulire, ma i lavori sono fatti». Non sono molte le strutture di queste dimensioni. Questa, probabilmente, è una delle più grandi in Ticino. «Per dare l’idea, stiamo parlando di 2.500 metri quadri di superficie impermeabile sul tetto. Non è poco. L’anno scorso era stato appunto questo il punto debole. Forato dai “proiettili di ghiaccio”, ha poi lasciato entrare l’acqua, con tutti i danni che ne sono conseguiti».
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