sono le 3:51 a New York, Napoli e' già sveglia. Ed io finalmente ho potuto godermi quest'analisi, dopo aver goduto del film. Quanti parallelismi, quanti spunti. Sono fortunato. Essere nato a Napoli, aver scelto di viaggiare, aver avuto un background artistico (prima involontario, poi consapevole), e aver conosciuto Guido Gentile. Persevero.
@fravolpe
2 жыл бұрын
E non ci disuniamo
@mariocuccaro2324
2 жыл бұрын
Condivido ogni parola. Io non ho vissuto quegli anni essendo nato nel '90, ma ho vissuto tante delle atmosfere del film nella mia infanzia. Ho pianto durante la prima parte mentre Sorrentino mi faceva sentire gli odori, i suoni, i colori dei miei ricordi. Quando un film ti entra in testa senza chiedere allo spettatore di entrare nella testa del film, siamo di fronte a una grande opera.
@Baribiancorossa
2 жыл бұрын
👏🏻💙
@fram1397
2 жыл бұрын
Bravissimo, Guido, ottima lettura del film, attenta, sottile e aggraziata. L'ho appena visto e vorrei rivederlo mille volte ancora.
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie mille.
@francescofucci1
2 жыл бұрын
Ottimo Guido, come sempre! Mi hai fatto crescere molto di piu' la voglia di vedere qst film. Grazie!
@emyliano8590
2 жыл бұрын
Complimenti per l’analisi Guido, ho trovato ogni aspetto legato al film finemente descritto e letto con grande lucidità!
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie. Gentilissimo.
@pietroformisano9698
2 жыл бұрын
Vedere l'analisi del film, pochissimo dopo aver terminato la visione del film è stato utile e piacevole. Grazie signor. Gentile.💙
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie a lei. Gentilissimo.
@salvatoreiazzetta6215
2 жыл бұрын
Mamma mia quanto è bello "L'UOMO IN PIÙ "?!? Quello avrebbe meritato un paio di Oscar
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Si, confermo. In un video speciale Cinema e calcio ho citato. Quando lo vidi al cinema fu folgorante.
@stior
2 жыл бұрын
Una analisi attenta, condivisibile e lineare come lo splendido film di Sorrentino. Grazie Guido Gentile
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie a lei.
@amodiomozzillo
2 жыл бұрын
Vivere la mia infanzia negli anni 90 a Torino e' un fardello che porto ancora dentro..Nonostante avessi 9 anni...Il Film a me e'piaciuto tanto,quasi una passeggiata nei tempi ormai passati.Guido sempre al Top✌
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie mille, anche per la condivisione di un ricordo così intimo. Grazie ancora.
@robertotagliente525
2 жыл бұрын
complimenti Guido è impossibile non essere avvinti dalla tua analisi e non si può resistere alla necessità d immergersi in questo film
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Trobbo buono. C'è tanto migliorare. Ma riguardo al film, sono pienamente d'accordo.
@ferdinandocaputo1518
2 жыл бұрын
Guido è un vero piacere ascoltarla!
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie mille.
@Beshnai
2 жыл бұрын
ciao Guido è davvero un piacere ascoltarti.
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie.
@amonra9823
2 жыл бұрын
ho trovato questo film stupendo , da leggere su piu' livelli! quello piu' superficiale mi ha fatto rivivere le atmosfere dei fine 80' in un ambiente medio borghese che ho adorato... sul piano introspettivo invece ho colto varie sfaccettature della personalita' di Sorrentino rappresentate nella sua famiglia infatti ,mentre Fabio rappresenta il Sorrentino di primo impatto, Marchino per me rappresenta la sua parte sognatrice ma disillusa che lo induce a lasciare Napoli a 37 anni , mentre la sorella rappresenta il suo senso di appartenenza alla napoletanita' rimasto sempre nascosto nelle sue opere e che forse e' uscito troppo tardi! anche il discorso di Capuano sul non disunirsi l'ho interpretato come la coscienza di Sorrentino che gli dice di non abbandonare le sue radici. Cmq ritengo che questo film Sorrentino l'habbia fatto soprattutto per se stesso , che poi e' piaciuto moltissimo (ed io lo ritengo un capolavoro) e' un di piu'! ;) un abbraccio da un tuo affezionato "amico bellino"!
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Grazie infinite. Commento ben articolato e molto interessante.
Apprezzo l'analisi. Tuttavia, mi sento in altra orbita. Non sono sorrentiniana nè napoletana. Forse, tanta emozione mi lascerebbe meno entusiasta. Diciamo, guardo i film di Sorrentino, alcuni, senza essere una appassionata assoluta, sempre con curiosità e senza travolgimenti.
@danielasarny5928
2 жыл бұрын
Un pizzico di provincialismo...eh?
@giacomoguida1540
2 жыл бұрын
guido alla fine del film mi sono fatto la domanda che spesso tu hai suggerito di farci (di cosa parla il film), e volevo chiederlo a te perche' mi sono dato tante risposte durante il film, poi pero' nelle scene finali e' cambiato tutto cercando di averne un quadro d'insieme
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Evasione dalla reatà e speranza.
@DARI0000000000000000
7 ай бұрын
9:18 è stata la mano di Ge? 🤔
@mariogar766
2 жыл бұрын
Bellinoooo
@guidogentile-pianosequenza
2 жыл бұрын
Esagerato. Ma grazie.
@genefummo57
2 жыл бұрын
L'AMARISSIMO "JATEVENNE" DI SORRENTINO “È stata la mano di Dio”. Fioccano apprezzamenti da ogni parte per un film che non ha sfondato al primo banco di prova, gli European Film Awards. Leggo rispettabili parole e parolone, spese per un bel film di Paolo Sorrentino. Bello e non di più. Vado controcorrente. Pellicola godibile e riflessiva. Punto. I capolavori di Sorrentino sono altri, e così rendo giustizia al regista più che lesa maestà. Introspettivo più che autobiografico, il film racconta sentimenti, emozioni e dolori più che fatti. Non risultano particolari manierismi da commentare al termine, men che meno la bellezza di Napoli che qualcuno attende prima della visione. Sorrentino impone il racconto intimo, e lo fa con qualche ridondanza di troppo. Impone gli interni domestici di una città normale e di un quartiere borghese. È l'ordinarietà che commuove nella tragedia della morte dei genitori e nella fatalità della salvezza. Vengo al cuore del film: «Non ti disunire!». È il monito algebrico che il turbato e orfano Fabietto, il giovane Paolo, non riesce proprio a decifrare. Chiede spiegazioni, cerca la soluzione, mentre il suo mentore, riempiendosi di Napoli, di Golfo, di mare, di panorama, lo invita a non lasciare la città per inseguire i suoi propositi. Inutilmente, perché il ragazzo, sofferente, prende la strada ferrata per Roma, là dove oggi vive il suo alter ego reale. L'ho ho visto al cinema qualche settimana fa. Due settimane, e ancora conservo il profondo senso di amarezza che mi ha reso la visione. Sorrentino mi ha detto, ci ha detto, che l’Oscar e la ribalta internazionale non li avrebbe mai conseguiti se non si fosse “disunito” e se fosse rimasto a Napoli. Come un novello Eduardo, ci ha detto “jatevenne”, anzi, ha rinnovato quell’invito. Ci ha detto che rimanere nella città più artisticamente dotata d’Italia, fucina continua di talenti e opere, significa fallire personalmente e assistere immobili al fallimento generale. Ci ha detto di "disunirci", di sradicarci, e di lasciare la bella e impantanata Napoli per non finire belli che impantanati, magari allontanandosi ascoltando malinconicamente “Napul’è”, brano che indossa perfettamente il messaggio cinematografico. È un ennesimo schiaffo che arriva dritto in faccia a chi, come me, non si è "disunito". Un manrovescio che lascia tanta amarezza, ancor più conoscendo il vero motivo per cui Sorrentino ha lasciato Napoli e il preciso momento in cui l'ha fatto, che non sono quelli raccontati in un film di sentimenti, emozioni e dolori più che di fatti. “Napoli è percorsa da una violenza esasperante. Mi sono trasferito a Roma quando sono diventato padre. Mi spaventava che i miei figli crescessero lì”. Questo confessò Paolo cinque anni fa in un’intervista che in qualche modo germinava il film di oggi (link in calce). La denuncia della città perniciosa, che tarpa le ali agli ambiziosi, è un conto; quella della città pericolosa, che spaventa chi diventa genitore, è altra. Ché poi, esiste una pericolosità reale e una percepita, e un napoletano come Sorrentino davvero non conosce la differenza? Torno alla finzione scenica. Finzione, appunto. E mi chiedo se Sorrentino abbia conseguito l’Oscar e la ribalta perché si è "disunito" e ha lasciato Napoli (per sentirsi genitore più sereno) o perché è un bravo artista, nonché napoletano, ed esserlo è considerato un valore aggiunto, dappertutto. È mai possibile che sia questo il destino di Napoli? È questo l'interrogativo amaro, amarissimo, che mi ha posto il film. Il resto sarebbero solo parole e parolone. di ANGELO FORGIONE
@annaespositodev5747
2 жыл бұрын
Gracias por el análisis , que lastima pensé que era sobre Maradona.
@guidogentile-pianosequenza
8 ай бұрын
Gracias, pero este es mi pequeño análisis de la película de Paolo Sorrentino. Un cordial saludo.
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