La storia dell'arte in pillole è un viaggio di Artesplorando. Qui vi parlerò del Stati d'animo. Quelli che vanno di Umberto Boccioni ▼▼CONTINUA SOTTO▼▼
La nascita del futurismo fu dichiarata con un manifesto fortemente provocatorio apparso nel 1909 sulla copertina del quotidiano francese Le Figaro. Tra i principali protagonisti del movimento vi fu anche Umberto Boccioni. Il suo trittico Stati d’animo è la prima grande opera pittorica futurista. Ambientato in una stazione ferroviaria, indaga l’eccitazione del viaggio moderno e le emozioni conflittuali che esso provoca. L’opera prende spunto dal pensiero filosofico di Henri Bergson, il quale enfatizzò l’importanza del flusso universale, del dinamismo, del cambiamento e dell’intuizione. Boccioni dipinse due versioni del trittico, la prima nell’estate del 1911, la seconda nell’autunno dello stesso anno, dopo aver scoperto il cubismo durante un viaggio a Parigi. L’ultima versione adotta i punti di vista multipli e frammentati tipici di questo, mentre tenta di rappresentare stati d’animo e di presentare una sintesi di ciò che è ricordato e di ciò che è visto. Con il febbrile precipitarsi di linee e colori, l’opera incarna una delle filosofie più influenti del futurismo, messa nero su bianco nel primo manifesto di Marinetti. Gli addii, la tela centrale del trittico, coglie il caos delle partenze in una stazione ferroviaria, mentre il dipinto sulla sinistra, quelli che vanno, esprime la solitudine, la confusione angosciata e stordita dei passeggeri in partenza. Incisive diagonali nere, blu lavanda e verdi sfumano la divisione tra il primo piano e lo sfondo, suggerendo la violenza della velocità che strappa i viaggiatori dai loro cari. Le teste sono rappresentate in una forma frammentata che riproduce la presenza simultanea di diversi angoli di visualizzazione. Parvenze di case e paesaggio sfrecciano nella parte superiore della tela. Il dipinto finale del trittico, quelli che restano, racconta la malinconia di coloro che sono stati lasciati indietro, la loro infinita tristezza che trascina tutto in basso, verso terra. L’opera fu esposta come parte del tour europeo dell’arte futurista che ebbe luogo tra il 1912 e il 1913 e che, com’era prevedibile, generò clamore tra le autorità artistiche ufficiali. Le onde d’urto del futurismo si propagarono rapidamente in tutta Europa.
Il video inoltre è sottotitolato in italiano, inglese, francese e spagnolo. Segui quindi la playlist per non perderti mai nulla e lascia un commento sotto ai video in cui puoi tu stesso suggerirci opere oppure nuovi temi da trattare in futuro. Il tuo contributo è molto prezioso 😉
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