L’Abbazia di Piona si trova poco distante da Colico, ma per raggiungerla si deve dapprima salire e poi scendere il promontorio dell’Olgiasca.
Dopo un breve tragitto su una strada ciottolata, perfettamente percorribile dai veicoli, si raggiunge questa oasi di pace e serenità dove risiedono i monaci cistercensi del priorato di Piona.
“Silentium” è la parola che accoglie il visitatore subito dopo aver varcato il cancello d’ingresso che ci immette sul viale pedonale che ci conduce all’abbazia.
Due minuti e davanti a noi si presenta la chiesa, stile romanico lombardo, con l’annesso chiostro.
Una facciata semplice con una monofora ed un portone bronzeo suddiviso in sei riquadri, raffiguranti la storia di San Benedetto e tratti dai “Dialoghi” di San Gregorio Magno.
Unica navata, lunga circa 20 metri e larga 8 metri, con abside con copertura a botte affrescata.
L’edificio attuale è opera di un ampliamento della precedente chiesa consacrata nel 1138 alla Beata Vergine Maria. Il campanile quadrato è stato ricostruito alla fine del Settecento in seguito al crollo, per dissestamento del terreno, della preesistente torre campanaria di forma ottagonale a base quadrata che si trovava sul lato opposto della chiesa.
Questa collocazione trova riscontro anche in una recente scoperta legata al Cenacolo Vinciano di Leonardo da Vinci del professor Ernesto Scolari*, appassionato studioso del genio vinciano. Dopo una serie di restauri dal Cenacolo emerge nel suo fondo un paesaggio tipico dell’alto Lario con una chiesa dal campanile ottagonale alla sua destra: ecco l’abbazia di Piona alle origini.
Questa raffigurazione di Leonardo da Vinci, in una delle sue opere più conosciute ed ammirate, deriva dalla conoscenza delle ricchezze paesaggistiche del nostro territorio e dal legame personale con la famiglia Birago, che deteneva la Commenda del Priorato di Piona.
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