A Bologna si parla di inclusione attiva e operativa dell’anziano per la prevenzione delle demenze e dell’isolamento: è il motto dell’attività di Ortoterapia, in cui la socializzazione è parte fondamentale.
Questa buona pratica è inclusa nelle terapie non farmacologiche che donano benessere psico-fisico ai malati di Alzheimer: negli USA è praticata da circa 40 anni. La cura delle piante stimola l’attività cognitiva ed in particolare l’attenzione e la capacità di pianificare le azioni. Oltre a contrastare isolamento e solitudine, l’attività dell’orto permette la stimolazione dei sensi e la motricità, fine fondamentale soprattutto durante i primi stadi della malattia di demenza o Alzheimer. Infine, curare le piante risponde ai bisogni emotivi e affettivi dei pazienti.
L’Ortoterapia è una delle cinque “Best practice” su cui il progetto "Anziano Fragile" ha puntato i riflettori, per mettere in risalto aspetti diversi di cura e prevenzione di disturbi cognitivi e demenze.
Le cinque esperienze virtuose sono state individuate nella prima parte del progetto, in cui collaboratori e volontari delle due associazioni di promozione sociale hanno realizzato un monitoraggio nei propri territori, coprendo 22 province in 17 regioni, chiedendo la collaborazione di ASL, Comuni, realtà associative che si occupano di fragilità, associazioni di famigliari e Parrocchie. A conclusione del monitoraggio, il Comitato scientifico ha selezionato, tra le diverse censite, cinque “best practice”, che mettono in risalto ognuna aspetti diversi di prevenzione, inclusione e cura.
Il progetto nazionale “Anziano Fragile” è promosso dalle associazioni Confconsumatori e ANCeSCAO (Associazione Nazionale Centri sociali, Comitati Anziani e Orti) e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Avviso 1/2017).
Link alle sezioni del progetto sui siti ufficiali:
Confconsumatori: www.confconsumatori.it/catego...
ANCeSCAO: www.ancescao.it/bandi-e-proge...
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