La chirurgia mininvasiva in ortopedia. Non più il bisturi ma con quali vantaggi, con quali tecniche? Il professor Francesco Franceschi ortopedico all'ospedale San Pietro di Roma.
Che significa mininvasiva?
Il primo esempio che mi viene in mente è quello dell'artroscopia che negli ultimi 30-40 anni ha rivoluzionato la chirurgia ortopedica. Infatti non si eseguono più delle grosse incisioni per eseguire gli interventi importanti ma molto spesso può bastare un intervento in artroscopia, con dei piccoli buchetti con i quali riusciamo a lavorare all'interno delle articolazioni inserendo le telecamere e ingrandendo le strutture con cui appunto dobbiamo avere a che fare.
Questi interventi mini invasivi si eseguono per piccole cose anche per il ginocchio, per l'anca?
Si seguono per tanti problemi. Nelle ginocchia ad esempio riusciamo a ricostruire dei legamenti dei calciatori che subiscono delle distorsioni importanti. Nelle spalle riusciamo a ricostruire i tendini e addirittura anche i legamenti quando la spalla si lussa frequentemente eseguendo degli interventi completamente in artroscopia.
I risultati, i vantaggi per il paziente?
Nell'anca, ad esempio, la chirurgia mininvasiva sta rivoluzionando la chirurgia protesica in quanto si riescono ad inserire delle protesi semplicemente spostando i muscoli non più disinserendoli come si eseguiva con le incisioni tradizionali e questo permette, specialmente nei primi mesi post operatori, un decorso molto ma molto meno doloroso e più rapido e quindi una riabilitazione più rapida anche se alla fine il risultato è esattamente uguale a distanza di tempo.
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