NOTA DELL’AUTRICE Nel mondo arabo il termine “ghazal” indicava la poesia d’amore in età omàyyade (661-750), nata nell’Higiaz, la zona geo-grafica che comprende Mecca e Medina. I poeti di questo filone amoroso si possono dividere in due schiere: la prima è quella dei poeti cittadini, che ruotano intorno alle aree urbanizzate, comprende il celebre ʿOmar b. Abī Rabīʿa, uno dei padri della poesia erotica araba, mentre la seconda è quella dei poeti beduini, ancora viventi nel deserto. Nello specifico, l’amore cantato da questi poeti è definito come udhrita (platonico) poiché era tipico della tribù dei Banu Udhra cantare-dolenti canzoni d’amore nel deserto. Non a caso è da questa tribù che provengono i principali poeti di questo amore platonico tra cui il famoso Jamīl, che così descrive il momento dell’innamoramento: “Non v’è freccia che sappia portare una morte altrettanto fulminea di quella che tu mi lanciasti. Senza traccia di sangue, pure il mio corpo rimase da parte a parte trafitto”. Questi poeti nomadi, nella loro solitudine e nella lonta-nanza dalla persona amata, cantano un amore elegiaco, un sogno irrealizzabile per l’intervento del destino o degli uomini. I loro versi toccanti, intrisi di malinconia sono indirizzati direttamente ad una donna, l’unico loro amore, versi sbocciati come meravigliosi fiori del de-serto. Nel comporre le mie liriche spesso ho pensato a loro, al fulgido esempio di cantori di un amore incondizionato, totalizzante, che va oltre tutto, che si nutre solo di ricordi e di speranze ma forse proprio per questo più forte di un amore vissuto nella sua pienezza. Da qui il titolo della raccolta.
Негізгі бет GHAZAL A PARIGI con la Poetessa GIGLIOLA di LUCCIO
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