Utilizzando le tiepide acque dei fontanili, i monaci Umiliati di Viboldone nel XIII secolo impiantarono nelle campagne la marcita, una particolare coltura attraverso la quale il prato, protetto dal gelo invernale dal lento defluire dell'acqua, consente grandi produzioni di foraggio.
La pratica della marcita fu estesa dalla metà del Settecento a tutta l'area delle risorgive, accanto alla razionalizzazione distributiva dell'acqua sui fondi e alla specializzazione zootecnica della grande azienda a conduzione capitalista.
Dopo secoli di prosperità, la marcita - componente tra le più evidenti dell'intensa opera di costruzione della patria artificiale descritta dal Cattaneo e paesaggio agrario di straordinaria bellezza - è oggi quasi del tutto scomparsa a seguito di mutate condizioni tecniche, economiche e sociali, alla base dell'evidente perdita dei valori storici di arte e cultura della campagna del Basso milanese, del degrado del territorio di quel che è stato il Bel Paese.
Il Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi accompagna le immagini; solo un pretesto dovuto alla grandiosa composizione, di bellezza infinita. Un paesaggio musicale, come un'architettura del territorio.
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