Il muro di cinta costituisce l’essenza stessa di un carcere, la ragione della sua esistenza, il suo simbolo. Cosa vuol dire esservi ristretti senza poter oltrepassare, per mesi o anni, quel muro che separa dalla vita? In cosa consiste l’esperienza della reclusione? E quale può essere il suo senso e la sua utilità, sia per l’individuo detenuto sia per la società da cui viene temporaneamente escluso? A queste domande è lecito provare a rispondere, sia pure in modo provvisorio, immaginando e poi facendo in modo che quel muro possa essere attraversato, dal dentro al fuori e dal fuori al dentro, affinchè il carcere non diventi un luogo extra-territoriale dimenticato da Dio e
dagli uomini.
Edoardo Albinati (Roma, 1956), vincitore del premio Strega (2016) con il romanzo La scuola cattolica (Rizzoli), è uno dei più noti scrittori italiani contemporanei. Dal 1994 è insegnante di lettere presso il penitenziario di Rebibbia a Roma - un’esperienza narrata in Maggio selvaggio (Mondadori, 2001), resoconto di un anno di insegnamento in carcere. Fra le sue ultime
pubblicazioni Cuori fanatici, Rizzoli, Milano, 2019.
Негізгі бет Edoardo Albinati | Un muro invalicabile?
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